Battipaglia

Stalking ai vicini, rischia due anni di pena

Una sessantenne è accusata di continue molestie e minacce ad alcuni condomini e ai loro figli

BATTIPAGLIA. Una persecuzione durata cinque anni, dal 2006 al 2011, durante i quali una donna ora 61enne avrebbe offeso, minacciato e reso la vita impossibile a due famiglie che abitavano nel suo stesso stabile. Ieri il pubblico ministero Mariacarmela Polito ha chiesto per Rosina Grippo una condanna a due anni, per reati che vanno dalle molestie e le ingiurie fino a stalking e lesioni personali. Coinvolti nella vicenda ci sono anche alcuni bambini, i figli dei condomini che l’hanno denunciata, che secondo la ricostruzione degli inquirenti sarebbero stati a tal punto offesi e minacciati da averne riportato «un perdurante e grave stato di ansia e di paura e un fondato timore per l’incolumità».

Secondo le denunce dei genitori le condizioni di vivibilità all’interno dello stabile sono andate sempre più peggiorando, tant’è che in più occasioni avrebbero meditato di vendere i loro appartamenti per trasferirsi altrove. La donna aveva iniziato con il gettare sui loro balconi di tutto: acqua sporca, noccioli di frutta, chewingum, perfino un vaso con all’interno una pianta. Altri oggetti, in particolare tappi di bottiglia, li ritrovavano invecenelle cassette della posta. Ma non basta: nel capo d’imputazione si parla di volgarità e offese pesanti a ogni incontro, di telefonate moleste a qualsiasi ora, di appostamenti per impedire la frequentazione di mansarde e locali condominiali, persino di due telecamere che la donna avrebbe utilizzato per carpire immagini della vita privata dei vicini. Perché lo facesse non è chiaro, ma quell’ossessione sarebbe sfociata nel marzo del 2011 in un’aggressione nei confronti di uno dei condomini, contro il quale si sarebbe scagliata con in mano un ceppo di legno, colpendolo alla mano con cui l’uomo cercava di ripararsi il volto. Le minacce rivolte in precedenti occasioni a lui e ad altri sarebbero state anche peggiori: «Trovo la pistola di mio marito e vi sparo» avrebbe detto più volte, facendo riferimento all’arma di servizio del coniuge, sottufficiale dei carabinieri. Ieri per la donna, dipendente pubblica, è stata formulata la richiesta di pena, insieme al risarcimento del danno nei confronti delle famiglie che si sono costituite parte civile tramite l’avvocato Orazio Tedesco. La sentenza sarà emessa a maggio, dopo l’arringa del difensore Luigi Capaldo. (c.d.m.)

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