Spuntano le mura antiche Stop a Casa del pellegrino

L’allarme lanciato da un cittadino: «Li stanno per coprire con del cemento» Sul posto la direttrice del Museo e i rappresentanti dei comitati: via ai sondaggi

Spunta un muro di cinta del castello Colonna: stop dei lavori alla “casa del pellegrino”. È stata la segnalazione di un cittadino a far precipitare la direttrice del museo archeologico nazionale di Eboli, Giovanna Scarano, al cantiere allestito presso la chiesa dei Santi Cosma e Damiano: «Hanno trovato un muro. Potrebbe essere quello di cinta del castello. Lo stanno coprendo». Con la Scarano si sono recati sul posto anche i rappresentanti di alcuni dei consessi cittadini più attenti alla vicenda della costruzione del centro polifunzionale: il comitato Arco dei tredici, Legambiente ed il Gruppo archeologico ebolitano. Christian Di Biase, Franco Manzione, Mariateresa Imparato, ed altri componenti del comitato, hanno preso visione di quanto accadeva. «In pratica – racconta Di Biase – la ditta stava inglobando nella struttura del centro polifunzionale anche un muro di cinta del castello». Intervento tempestivo in seguito al quale proprio la direttrice del museo avrebbe chiesto «l’immediata sospensione dei lavori». «Dovevate chiamare la Soprintendenza immediatamente». A nulla sarebbero servite le rimostranze degli operai invitati a posare arnesi e spegnere macchinari in attesa di rilievi e scavi di controllo.

Stop inatteso per la Tecnobuilding Srl, l’azienda vincitrice della gara e inizio delle pratiche per operare un «saggio di tutta l’area». A parlare è il cavaliere Franco Manzione, del Gruppo archeologico: «è una zona ad alta sensibilità per quanto riguarda la possibilità di rinvenire reperti archeologici». E se l’importanza delle mura ritrovate fosse acclarata, «sarebbe un qualcosa di ottimo per tutti gli ebolitani».

«Non siamo contro l’opera a prescindere - ha proseguito Manzione - ma la legge va rispettata». La stessa legge invocata anche da Di Biase, mentre la notizia rimbalzava sui social network. «Stava per essere operata una colata di cemento. E senza avvertire le autorità competenti». Secondo la testimonianza di chi è accorso sul posto, infatti, «gli operai avevano applicato già una rete elettrosaldata, quelle che si usano in vista dell’uso di cemento».

Primo intoppo, dunque, per la struttura oggetto di un finanziamento regionale di circa 4,6milioni di euro ed i cui lavori sono da consegnare entro la fine del 2015, pena la decadenza del finanziamento con fondi Ue. Continua la polemica, dunque, intorno alla nascita della cosiddetta “casa del pellegrino”. Polemiche che, oggi, si spostano sul piano procedurale lì dove, testimonia ancora Di Biase, «pare che la Soprintendenza non sia stata avvisata dell’inizio dei lavori in quell’area». Sta di fatto che ora inizieranno i sondaggi: se non emergerà nulla di interessante i lavori riprenderanno.

Stefano C. Gallotta

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