“Spreco” raccomandate per gli avvisi della Tarsu

Sarno: in passato il Comune aveva preferito utilizzare la posta semplice Con il nuovo sistema e senza una gara di appalto impiegati migliaia di euro

SARNO. Arriva la Tarsu per l’anno 2012 attraverso una richiesta bonaria del Comune a tutti gli utenti che potranno versare l’ammontare in sei rate mensili.

Il costo da coprire ha raggiunto il picco rispetto agli anni pregressi perché supera i sei milioni di euro. La lettera recapitata contiene la specifica del calcolo con la tipologia dell’utenza, la superficie e la tariffa al mq. Sicuramente, non è una notizia gradita ai migliaia di contribuenti che vedono un costo esorbitante, soprattutto per le categorie commerciali. Il rate dettate dal Comune si allacciano con la scadenza delle rate del 2011 e, in qualche caso, si sovrappone. La cosa che balza agli occhi è che, contrariamente agli anni precedenti, da quando è cominciata la riscossione spontanea prima della trasmissione del ruolo all’esattore, le missive vengono recapitate con raccomandata. Fino al 2011, la comunicazione bonaria è stata inviata con posta semplice. Così, non è sfuggito che il costo postale di recapito potrebbe essere lievitato. È la prima polemica che investe le modalità perché l’avviso dell’ente ha carattere di invito al pagamento evitando gli oneri della riscossione forzata. Alla fine, chi ha pagato non riceverà la cartella esattoriale, mentre chi non ha pagato, comunque, andrà incontro ad azioni di recupero. Il procedimento di riscossione della tarsu non prevede l’invio di un pregresso avviso di accertamento e della certezza della sua ricezione per evitare nullità agli atti del concessionario che procede per il recupero coattivo. La cura del Comune e del concessionario deve essere solo quella di avere la certezza del recapito nei cinque anni di prescrizione. I costi di recupero del concessionario ricadono solo sui morosi, mentre le raccomandate di questi avvisi ricadono sulle casse dell’ente. In effetti, la missiva tarsu, in via semplice o con controprova, non cambia il percorso giuridico. Potrebbe essere l’ennesimo spreco di un ente che non attraversa un momento finanziario florido. Il ragionamento sembra logico. Supponiamo che a Sarno vi siano 10mila utenze, ma sono molte di più. Inviare una missiva semplice costa circa 50 centesimi, mentre una raccomandata almeno cinque volte in più.

Con il vecchio sistema di recapito, i costi sarebbero stati di cinque mila euro, con il nuovo di almeno 25mila. Ci si chiede, poi, perché il Comune non abbia esperito una gara per comparare i costi.

Gaetano Ferrentino

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