«Sposati il progetto della Chiesa e ti daremo una mano per i voti» 

È la trattativa tra amministratori e clan sulla variante urbanistica per la parrocchia Il doppio tavolo: favorire il centro sinistra ma anche riunioni con D’Acunzi e Fabbricatore

NOCERA INFERIORE. Antonio Cesarano, il consigliere ombra di Carlo Bianco, era molto attivo nella politica nocerina tanto da appoggiare il candidato sindaco di uno schieramento e di far riunioni con la parte avversa. Emerge un quadro inquietante del biologo nocerino, già vicesindaco ed esponente del Partito democratico. Secondo gli inquirenti sarebbe stato colui che avrebbe messo in contatto l’ex consigliere comunale Bianco con il boss Antonio Pignataro. Per la Dda di Salerno e il gip che ne ha condiviso le impostazioni, Bianco avrebbe avuto un «ruolo ancillare» rispetto alla condotta di Antonio Cesarano «la cui figura assume i connotati di suggeritore politiche personale, di anello di congiunzione tra Bianco e Pignataro», «un vero e proprio canale di collegamento con le istituzioni comunali rappresentate dal consigliere comunale».
Il quadro investigativo per l’ex sindaco si è aggravato dopo l’interrogatorio di Bianco che in un primo momento non aveva risposto alle domande del gip, ma poi si era sottoposto all’esame degli inquirenti. Da questo esame è emerso che Cesarano non era un semplice esponente del Partito democratico, un ex amministratore comunale, ma «una figura ancora pienamente attiva a tutto tondo nel contesto cittadino di Nocera Inferiore».
Fin qui nulla di nuovo rispetto alle accuse dell’agosto scorso ma di mezzo ci sono altre attività svolte dai Ros e dalla Dda di Salerno. Dapprima l’interrogatorio di Bianco. È stato proprio lui a dichiarare che Cesarano lo aveva chiamato per interessarsi della pratica relativa al cambio di destinazione di uso che avrebbe consentito la realizzazione della mensa dei poveri a Montevescovado in una proprietà privata, secondo il progetto avanzato dalla parrocchia di San Giuseppe, guidata all’epoca da don Alfonso Santoriello. Dal racconto dell’ex consigliere comunale si è saputo di un incontro che ebbe con Cesarano, Antonio Pignataro e il nipote di questi, Ciro Eboli in vista delle elezioni comunali del giugno scorso, quando ci fu la promessa dei voti in cambio dell’interesse del componente delle assise nocerine al cambio di destinazione d’uso dell’area che interessava la parrocchia di Montevescovado. «Sposati questo progetto, quando ci saranno le elezioni se ti dobbiamo dare una mano te la daremo», avrebbe detto Cesarano a Bianco, e anche Pignataro avrebbe confermato la promessa.
Mentre si impegnava a far arrivare i voti a Bianco, in quei mesi di pre campagna elettorale, Cesarano era anche uno dei punti di riferimento dei cosiddetti malpacisti del Pd che non volevano appoggiare la riproposizione del sindaco Manlio Torquato, tanto che in un paio di riunioni fu chiesta ufficialmente di proporre un candidato alla fascia tricolore. Insomma da un lato, Cesarano appoggiava Bianco, sicuro candidato di una lista di Torquato, e dall’altro cercava di non far ripresentare l’uscente primo cittadino. Successivamente, è emerso che Cesarano ha partecipato ad un incontro con lo stesso Bianco, il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Giuseppe Fabbricatore di Nocera Superiore e il candidato sindaco di centrodestra Pasquale D’Acunzi. A raccontare dell’episodio gli stessi inquirenti: «Cesarano – scrive il gip – è un soggetto la cui pericolosità è concreta e attuale e perdura nel tempo. Elementi in questo senso sono evincibili tanti attivo coinvolgimento del Ceserano nell’ultima campagna elettorale per elezioni amministrative di Nocera Inferiore. Si segnala la presenza di Cesarano Antonio all’incontro tenutosi tra Bianco Carlo, Fabbricatore Giuseppe e il candidato sindaco D’Acunzi».
Ma anche le promesse del boss non sarebbero state mantenute, almeno non secondo le aspettative di Bianco che, a telefono, si lamenta dei voti non ricevuti dal gruppo Pignataro che, nel frattempo, aveva candidato Ciro Eboli al consiglio comunale in una lista di centrodestra e verso il quale, probabilmente, erano confluiti i consensi. Per gli inquirenti, però, il ruolo di Cesarano è chiaro, come il suo impegno attivo in politica quando chiedeva ai vertici del suo partito di non appoggiare Torquato sindaco, faceva da collegamento tra Pignataro e Bianco che era nello schieramento di centrosinistra e partecipava con lo stesso Bianco ad incontri con esponenti di un’opposta fazione. Troppo per chi si dice fuori dall’agone politico.
Salvatore De Napoli
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