«Spopolamento, lenta agonia dei paesi» 

Le accuse di Geppino Cilento: emergenza acqua, abbandono della pastorizia, immobilismo politico cause del calo demografico

CAMPORA. «I comuni interni del Cilento sono in piena emergenza spopolamento». A sostenerlo Giuseppe Cilento, già sindaco del comune di San Mauro Cilento, nominato alcune settimane fa ambasciatore della Dieta mediterranea. A capo di una cooperativa agricola, Cilento è profondo conoscitore del territorio cilentano. «I problemi dello spopolamento – spiega - non si risolvono in maniera semplice, ma il fatto grave è che nessuno si è mai posto il problema di come affrontarli, il Parco in primis. Non esiste un dato e senza la conoscenza non può esistere un piano su cui riflettere per poter intervenire».
«La situazione è molto grave - evidenzia Cilento - alcuni paesi sono a rischio di estinzione, in certi casi si è toccato quasi il 70% di calo demografico, dal dopoguerra ad oggi, vedi Sacco, che è passato da 1.700 abitanti a 400. Un altro paese che sta morendo – sottolinea - è Teggiano, nonostante la vicinanza a realtà come Pertosa e Padula. E tanti altri paesi hanno perso più del 50% della popolazione, a vantaggio della costa, che pure presenta, in certi casi, un dato gonfiato».
I dati spesso sono fasulli: molti titolari di seconde e terze case vivono altrove ma risultano residenti, per pagare meno tasse. «Siamo in una realtà – riferisce - dove esistono sorgenti che potrebbero erogare un milione di litri di acqua, ma ancora si finanziano potabilizzatori per laghi o dighe. E intanto le tubature sono bucate e disperdono migliaia di litri di acqua nel loro percorso».
Secondo Cilento «in primo luogo vanno stretti forti legami di solidarietà, gemellaggi tra comuni costieri e centri interni, quindi bisogna tornare alle origini, all’agricoltura, alla pastorizia, ma attraverso la conoscenza».
Il dato sullo spopolamento è allarmante anche per Aquara, Bellosguardo, Campora, Cicerale, Corleto, Felitto, Laurino, Laurito, Magliano Vetere, Monteforte, Orria, Perito, Piaggine, Serramezzana, Rofrano, Roscigno, Sacco, San Mauro La Bruca, Sant’Angelo a Fasanella, Sessa Cilento, Stella Cilento, Valle dell’Angelo. Ma secondo l’ex primo cittadino l’emergenza è una naturale conseguenza dell’immobilismo della classe dirigente: «Se non ci si interessa del suolo e si produce sempre meno; gli allevamenti non esistono più; vige un’emergenza idrica nonostante il Cilento possieda centinaia di sorgenti...». Quindi si apre ad una riflessione: «Se mettessi dell’olio in un recipiente bucato tutti mi darebbero del folle, eppure a noi l’acqua ce la erogano attraverso i tubi bucati. E nonostante questo dai Consorzi si sfornano onorevoli…».
Sono un po’ di cose quindi a dover cambiare. «Il Parco del Cilento – rincara - non si è mai preoccupato dei problemi della vita del suolo, né del ciclo delle acque… Mai si è posto il problema di proporre la cultura della natura nelle scuole, piuttosto si preoccupa di come commercializzare un prodotto (il riferimento è ai cinghiali, ndc.), senza riuscirci naturalmente. Viviamo in un parco dove la pastorizia è stata completamente ammazzata: un pastore per uccidere una capra che vale 50 euro, ne deve spendere 250 per il trasporto di andata e ritorno per il macello e altro. La speranza di poter cambiare le cose esiste - conclude - ma deve mutare la mentalità in primis, poi bisognerebbe tornare, tutti, a studiare».
Andrea Passaro
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