Spirito: «Porta Ovest è la nostra croce» 

Il presidente dell’Autorità di sistema: crisi Tecnis e forti carenze progettuali ma ce la faremo entro il 2023, come prescrive l’Ue

«Portiamo sulle nostre spalle la croce di Porta Ovest. Però non ci arrendiamo e riusciremo a terminare l’intervento, che è vitale sia per il porto che per Salerno». Pietro Spirito, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centrale, non usa giri di parole per descrivere l’attuale situazione dell’opera che collegherà, attraverso un sistema di gallerie, il porto con l’autostrada. «È un puzzle complicato da risolvere» confessa, anche perché, oltre alle inchieste giudiziarie e alla crisi della Tecnis, la società che si aggiudicò l’appalto, c’è pure un’altra questione che deve essere affrontata immediatamente e senza tergiversare. «Il progetto definitivo e quello esecutivo – chiarisce Spirito – presentano delle forti differenze». In pratica, tra un passaggio e l’altro, sono state apportate delle modifiche sostanziali e, dunque, è necessario addirittura ripartire con l’iter per ottenere le autorizzazioni. «Faremo un unico procedimento – sottolinea Spirito – includendo anche la realizzazione dello svincolo dell’autostrada. Conviene ripartire in modo corretto».
Dunque si lavorerà parallelamente su due versanti: quello tecnico-burocratico e quello societario. «Siamo in stretto contatto con l’amministratore straordinario della Tecnis, Saverio Ruperto – rimarca Spirito – affinché si possa dapprima procedere al fitto del ramo d’azienda e, poi, alla cessione». Il tempo per portare a termine l’opera c’è, perché la rendicontazione dei fondi alla Comunità europea dei fondi dovrà essere fatta entro il 2023. Spirito, tuttavia, nonostante i numerosi ostacoli trovati lungo la strada è ottimista e pensa addirittura di tagliare il traguardo prima della scadenza. «Faremo tutto il possibile – promette – per dare un deciso colpo di acceleratore». Certo bisognerà dapprima mettere ordine e, poi, una volta che tutti i tasselli saranno stati rimessi al proprio posto, il cantiere potrà ripartire a pieno ritmo. Del resto Porta Ovest, finanziata con circa 150 milioni di euro dall’Unione europea, oltre ad essere altamente strategica è anche maledettamente dannata, perché in questi anni è stata al centro dell’attenzione, soprattutto della magistratura inquirente. Inoltre si è materializzata anche la crisi della Tecnis, la società siciliana che vinse l’appalto. Impresa che è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria, come previsto dalla legge Marzano. Lo scorso 19 settembre Ruperto, dopo il summit che si svolse a Salerno, assicurò la ripresa delle attività ma, in pratica, tutto si è arenato e il tanto atteso cronoprogramma non convinceva affatto. Ecco perché sono cambiate le strategie ed è stato, alla fine, deciso di cedere l’appalto ad un’altra azienda;che dovrà, a questo punto, terminare l’opera, che, oltre alle gallerie, prevede anche la sistemazione dello svincolo autostradale in zona Cernicchiara e, in particolare, la realizzazione di un nuovo ramo di uscita autostradale per gli utenti dell’autostrada provenienti da Reggio Calabria. Gli interventi relativi al primo stralcio del primo lotto sono stati completati. Nel 2013 è stato dato il via al primo stralcio del secondo lotto. Al 31 agosto risultano scavati 2 mila 948 metri di galleria (circa il 60% del totale previsto in progetto di 4 mila 950 metri ) ed emessi 16 stati di avanzamento lavoro, per un importo complessivo di 45 milioni 618 mila euro (circa il 39% dell’importo contrattuale di 115 milioni 917.428,54 euro. Adesso devono essere completati i rivestimenti del tratto scavato (“arco rovescio” e “calotta”) sui quattro fronti di scavo.
Gaetano de Stefano
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