Spiaggia del Vallone Respinto il ricorso Il sentiero è off limits

I giudici del Tar: sono legittimi i cancelli sistemati dal privato «Non c’è servitù di passaggio» nell’area Trentova-Tresino

AGROPOLI. Nessuna servitù di passaggio né diritto di prelazione: il sentiero di Trentova-Tresino che conduce alla spiaggia del Vallone resta sbarrato. È quanto ha deciso il Tar che si è pronunciato sulla causa intentata dal proprietario dei terreni a ridosso della discesa a mare del Vallone ad Agropoli contro il Comune e l’Ente Parco del Cilento. Il proprietario aveva chiesto al Tar l'annullamento del provvedimento del 14 maggio 2014, con il quale il comune gli aveva ordinato “ad horas la demolizione dei pali di ferro e catena ed il ripristino dello stato dei luoghi e della libera fruizione del tratto di strada con l’accesso alla spiaggia del Vallone”. Il ricorrente, proprietario dell’area a confine con il lido del mare (Vallone), ha lamentato dinanzi al Tribunale «l’illegittimità del provvedimento» nel quale l’amministrazione comunale, ha ritenuto «le due chiusure al traffico veicolare e pedonale di accesso al Vallone, di cui una rappresentata da due pali di ferro collegati da catena di proprietà del ricorrente, non risultano autorizzati ed impediscono la libera fruizione del medesimo tratto di strada». Il comune sosteneva invece «che il sentiero è gravato da servitù di passaggio in favore della collettività», e che le opere inglobano un’area «sulla quale la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno ha esercitato il diritto di prelazione, ha disposto il ripristino ad horas dello stato dei luoghi». Il Tar ha sottolineato che «non sussiste alcun atto (…) di servitù di uso pubblico, né alcun provvedimento giudiziario accertativo della ipotetica usucapione»; inoltre che la particella che avrebbe costituito oggetto della prelazione è stata catastalmente soppressa nel 1995».

A seguito della richiesta del Tar di dimostrare «l’esistenza della servitù di passaggio a favore della collettività sul sentiero di proprietà del ricorrente» il comune di Agropoli ha evidenziato che «le suddette circostanze sono state evinte dall’avviso di conclusione delle indagini relative al procedimento penale n. 622/2002 e rilevando altresì che “il passaggio è di uso pubblico da tempo immemore, in quanto unico accesso pedonale alla baia del Vallone”». Motivazioni che il Tribunale ha ritenuto carenti decidendo quindi di annullare l’ordinanza. Il provvedimento, secondo il Tar, è «carente sul piano motivazionale (…) affetto dal vizio di sviamento». Infine ritiene per quanto concerne l’interdizione del passaggio che «la natura delle opere, costituite da semplici pali in ferro, le sottrae al regime autorizzativo in materia paesaggistica, archeologica e sismica». Ad oggi l’area si presenta delimitata non più da pali e catene ma da un cancello alto circa due metri e filo spinato.

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