l'emergenza

Spiagge e concessioni: le gare spaventano gli operatori

I titolari degli stabilimenti vogliono garanzie dal Governo. Stop alle proroghe: «Ma occorre un periodo di transizione»

SALERNO. Sono una vera e propria industria dell’estate. Già, perché gli stabilimenti balnerari, oltre ad essere la principale fonte di reddito dei gestori, danno occupazione pure a migliaia di persone, senza contare l’indotto. Rotonde sul mare, come cantava negli anni ’60 Fred Bongusto, che hanno segnato la storia del turismo a Salerno e in provincia, di pari passo con lo sviluppo delle strutture ricettive. E che, nella stragrande maggioranza dei casi, appartengono da decenni alla stessa famiglia, ad imprenditori che hanno creduto nel business, investendo tempo e denaro.

Le concessioni demaniali, tuttavia, dal 2020 dovranno esser assegnate attraverso una gara ad evidenza pubblica. Un’eventualità che ha creato allarme e preoccupazione tra i concessionari, che sono sul piede di guerra per vedere riconosciuti i propri diritti e salvaguardare i loro investimenti.

«Siamo in costante contatto col Governo - dice il presidente provinciale del Sib, Alfonso Amoroso - anche perché proroghe non ce ne saranno più. È previsto un adeguato periodo transitorio, che sicuramente non sarà di 30 anni, come da noi richiesto. Pretenderemo,comunque, che nella nuova legge vengano inserite anche alcune garanzie, a partire dal risarcimento del concessionario storico per il valore accertato, dalla certezza del pagamento e dall’assicurazione che chi parteciperà alle gare dovrà dimostrare l’interesse ad ulteriori investimenti».

Il periodo di transitorietà prima dell’entrata in vigore della nuova normativa è un refrain comune a tutti. Anche Vincenzo Consalvo, presidente del distretto turistico Sele-Picentini, rimarca come sia indispensabile «per consentire ai concessionari di recuperare gli investimenti». «Anche perché, in caso contrario - aggiunge - nessuno apporterà più migliorie e tutto resterà fermo. Nella nostra area geografica di riferimento dobbiamo anche fare i conti con evidenti problemi come la depurazione delle acque e l’erosione della costa».

Albertino Barlotti, presidente del consorzio Lidi di Paestum che raggruppa circa 50 operatori, sototlinea come gli operatori vivano «un periodo di grande confusione, che contribuisce a confondere ancora di più le idee». Barlotti, tuttavia, paventa un grave rischio: l’apertura al “pubblico” delle concessioni potrebbe avere, come conseguenza immediata e diretta, il riciclaggio di denaro. «È questo, secondo me - spiega - il pericolo ai cui potremo andare incontro». Nel frattempo si guarda al presente e le previsioni della stagione alle porte sono abbastanza buone. «Nel 2016 - sottolinea - abbiamo avuto il 20% in più di presenze rispetto al 2015 e speriamo di confermare il trend».

Anche nella città capoluogo la vicenda concessioni è seguita con attenzione. «Spero che ci venga riconosciuto - chiarisce Alberto Serritiello, presidente del distretto turistico La riviera salernitana - un ampio margine a partire dal 2020, in modo da recuperare gli investimenti. La Regione, in questa nostra battaglia, ci è vicina».