IL DEGRADO

Spiagge a Capaccio, una discarica a cielo aperto lunga tredici chilometri 

Il litorale invaso da plastica, bottiglie e alghe portate a riva dalle mareggiate: «Occorre una sinergia tra pubblico e privato per ripulire tutta la nostra costa»

CAPACCIO PAESTUM - Tredici chilometri di costa invasi dalla plastica portata a riva dal mare. Non c’è tregua per le spiagge di Capaccio Paestum a seguito delle continue mareggiate delle ultime settimane. Sugli arenili del litorale, tra le alghe e i residui vegetali, campeggiano bottiglie, contenitori e flaconi di ogni genere. Una vera e propria discarica a cielo aperto, che rappresenta un danno all’immagine del territorio oltre che all’ambiente. A sollevare la problematica è l’ex consigliere comunale delegato alla fascia costiera, Maurizio Paolillo: «Il fenomeno è dovuto alla presenza di ben sette corsi d’acqua sul territorio, che trasportano un quantitativo enorme di rifiuti. Gran parte della plastica che arriva sulle spiagge in realtà viene dalla montagna e dalle strade. Si tratta al 70 per cento di rifiuti riciclabili».
Nei giorni scorsi sono state diverse le iniziative ecologiche organizzate da volontari, a cui hanno preso parte i ragazzi delle scuole del territorio e le loro famiglie, la Protezione civile di Capaccio Paestum, i volontari di Legambiente e i migranti ospiti del locale centro di accoglienza. Ripulito un ampio tratto di spiaggia nei pressi del lido Internazionale e l’area dove insiste il bunker risalente alla seconda guerra mondiale. «I rifiuti – spiega Paolillo - vengono trascinati nei canali da vento e pioggia e, attraverso i fiumi, giungono in mare. Un modo per evitare questo scempio ambientale è quello di non abbandonare la spazzatura a bordo strada, ma di effettuare il conferimento correttamente, dal momento che gli operai della raccolta differenziata passano porta a porta. Inoltre i proprietari di concessioni dovrebbero rispettare l’ordinanza comunale che prevede la pulizia dei tratti di spiaggia di propria competenza e di un’area di 25 metri sia a destra che a sinistra dello stabilimento balneare. Molti già lo fanno, ma non tutti. Bastano un sacchetto, guanti e tanta buona volontà. Iniziamo a trattare il mare con la stessa accortezza con cui trattiamo i templi e l’area archeologica. Anche perché 13 km di plastica non sono assolutamente un bel vedere».
Oltre alla plastica, il mare porta a riva pezzi di legno, cannucce e tronchi che spesso arrivano fin sotto le strutture balneari. «Il susseguirsi delle mareggiate – spiega il presidente dell’associazione “Vivere il mare”, Mauro Gnazzo – non ha permesso le operazioni di pulizia lungo il litorale. Abbiamo già segnalato il problema all’amministrazione comunale, ma ad oggi non è stato possibile intervenire».
Parla di una soluzione condivisa anche Albertino Barlotti, presidente del Consorzio dei lidi di Paestum: «Abbiamo chiesto al Comune di Capaccio Paestum l’avvio di un intervento congiunto per la pulizia della costa. Siamo in attesa della convocazione per individuare il piano d’azione da mettere in campo non appena sarà possibile intervenire».
Angela Sabetta
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