IL DOSSIER

Spesa sanitaria ridotta, le famiglie si indebitano

Campania maglia nera per investimenti pubblici e costi sostenuti dai cittadini

NAPOLI - La Campania è maglia nera per la spesa sanitaria pro capite, un dato da dividere tra esborsi pubblici e privati. E crollano i consumi sanitari delle famiglie campane. Le carenze si riflettono sulle performance del servizio, bocciato da tutti i portatori di interessi. Sono alcuni risultati del Rapporto Sanità realizzato – su dati Istat e del ministero della Salute – dal Crea, Consorzio per la Ricerca Economica Applicata in Sanità, dell’Università Roma “Tor Vergata”. L’indagine delinea una Campania come la Grecia e il Portogallo, Paesi al di sotto degli standard delle regioni italiane, anche meridionali, pur avendo un Pil pro capite paragonabile al Mezzogiorno.

Il nodo trasferimenti di risorse. Come un cane che si morde la coda. La sanità campana è commissariata da un decennio, per il piano di rientro dal deficit. Una condizione all’origine anche di minori trasferimenti di risorse. Eppure, esistono criteri oggettivi e penalizzanti, nel riparto del Fondo sanitario nazionale. L’unico raffronto possibile è con il Lazio, altra regione sottoposta a piano di rientro: ha una popolazione di 5,898 milioni di abitanti, di poco superiore alla Campania (5,839 milioni). Nel 2018 la differenza, nei fondi ricevuti, è di quasi 400 milioni di euro: 10.229 milioni al Lazio, 10.622 alla Campania. Un gap visibile anche nella variazione dell’ultimo quinquennio: +9,8 il Lazio, +5,6 la Campania.

Gianmaria Roberti