Spedizione “punitiva” Condanne per vent’anni

Il gruppo di Sarno e Sant’Egidio fu “inviato” al nord dalla ’ndrangheta per dare una “lezione” a uno spacciatore dopo uno sgarro da oltre un milione

SARNO. Sono stati condannati in quattro per l’estorsione e la spedizione criminale con metodo mafioso commessa su mandato della ’ndrangheta a Sarzana e nel carcere di Marassi da Carmine Buonaiuto alias “Malaccietto”, capo del gruppo, condannato a sette anni e tremila euro di multa, Gennaro Alfano, di Sant’Egidio, Florindo Auricchio, “Fiore”, entrambi condannati a sei anni e tre mesi e duemilacinquecento euro di multa, esecutori del sequestro e del pestaggio di una donna, e Biagio Nasti, di Angri, condannato a tre anni e sei mesi e 1400 euro di multa. Il tribunale di Genova li ha riconosciuti colpevoli come parti di una cellula sarnese collegata alla ’ndrangheta, dopo un’indagine svolta dalla Dda di Genova e il processo chiuso in primo grado col deposito delle motivazioni.

La procura ligure aveva individuato un collegamento con Antonio Stagno, uno degli esponenti di spicco della mala calabrese emigrata in Brianza, con i sarnesi guidati dal pregiudicato Buonaiuto, 38 anni, già condannato per associazione mafiosa per legami con i Graziano di Quindici. Il filone salernitano dell’inchiesta, curato dalla squadra mobile di Salerno del vicequestore aggiunto De Salvo, riguardava ipotesi di reato di tentata estorsione, rapina e sequestro di persona, con successiva emissione di ordinanza cautelare in carcere per Buonaiuto e Stagno (già detenuto a Milano), per Gennaro Alfano, 39 anni, nato a Sant’Egidio del Monte Albino ma residente ad Angri, e Florindo Auricchio, 30 anni, di Scafati, di fatto domiciliato a Sarno, con la restrizione domiciliare scattata al tempo per il ventottenne Biagio Nasti, di Angri.

Il nucleo sarnese aveva eseguito, su ordine del boss Stagno, il recupero di un milione e duecentomila euro, debito pendente per un gigantesco carico di cocaina, 750 chili di stupefacente sequestrato nel 2011 dalle forze dell’ordine, senza un riscontro probatorio attuale, con il lavoro inquirente sulle tracce di uno “sgarro” ai danni di Stagno.

La vicenda si lega ai tentativi estorsivi compiuti ai danni di Alfredo Gradisca, broker di droga finito in carcere e vessato proprio dai sarnesi, intenzionati a mettere le mani su una grossa somma di denaro, il tutto dopo che un enorme carico di stupefacente sequestrato dalla guardia di finanza col successivo arresto dello stesso Gradisca. L’indagine parla di un incontro riscontrato all’ospedale San Raffaele di Milano, dove era ricoverato ai domiciliari Stagno, con posizione stralciata, ritenuto referente della ’ndrina dei Giussano, col Buonaiuto “comandato” per farsi consegnare il denaro.

Destinatario dell’invito con metodo mafioso era una donna brianzola, la Doxan, titolare di un centro estetico, accusata col figlio di far parte di un gruppo di trafficanti di droga, destinataria di una doppia spedizione punitiva consumata il 20 e 23dicembre 2011, con la denuncia della donna sovrapposta a quella di Gradisca dopo i tentativi estorsivi e le paventate aggressioni in carcere «da parte dei compari sarnesi».

I giudici genovesi hanno trovato prove inconfutabili ed è scattata la condanna.

Alfonso T. Guerritore

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