ambiente e territorio

Speculazioni e “incompiute”, quattro ecomostri nel Parco

Nella denuncia del Codacons le opere abusive o incomplete che deturpano il territorio del Cilento

SALERNO. Opere abusive o incomplete che deturpano il territorio del Cilento: “ecomostri”. Sulla scia dell’indagine a livello nazionale che il Codacons sta compiendo , la sede di Salerno si è mossa puntando il dito contro quattro edifici, costruiti all’interno del Parco del Cilento mai resi agibili.

L’ufficio legale del Codacons ieri, nel corso di una conferenza stampa, ha messo in luce alcune vergogne edificate negli anni. Nello specifico sotto i riflettori sono finiti: il Centro Lontra di Aquara, nato per la tutela della specie faunistica in via d’estinzione che da sempre ha trovato un habitat ideale nel fiume Calore. «L’opera - sottolinea l’avvocato Pierluigi Morena - dopo quindici anni, il progetto risale al 1999 ed ebbe inizio solo nel 2001, è ancora in fase di completamento anche se la struttura versa in uno stato d’abbandono, esposta ad atti di vandalismo». La costruzione del centro, infatti, è costata ben 568.102,50 euro, «anche se – continua Morena - si stima un valore che oscilla intorno al milione di euro».

Ma Aquara ha anche il primato di ospitare un altro ecomostro: l’Osservatorio e Museo del fiume che sorge nel centro abitato del piccolo paesino e costato ben 409.657 euro che sebben terminato non è mai stato utilizzato.

«Nel viaggio tra le incompiute – continua l’avvocato Raffaella D’Angelo - figura anche l’Osservatorio della fauna migratoria a Centola–Palinuro la cui spesa ammonta a 1,2 milioni, principalmente di fondi comunitari».

E infine, l’ultimo è l’ecomostro dell’Aresta nella zona di Petina. «Questa struttura – ha commentato l’avvocato Maria Cristina Rizzo – visibile anche dalla Mingardina, la strada che collega la Cilentana con le località costiere di Palinuro e Camerota, non sarà mai completata, grazie anche ad un procedimento penale».

L’unico comune denominatore che lega queste opere è quello di essere l’esempio della “mala gestio” del parco che ricordiamo fu dichiarato nel 1997 dall’Unesco, Riserva Biosfera, e nell’anno successivo patrimonio dell’Umanità.

Quello che chiede il Codacons è l’abbattimento ove possibile degli edifici o come nel caso di Aquara la riqualificazione, attraverso un’analisi più approfondita dei casi.