Spazi ridotti per i detenuti Radicali contro il giudice

Nella sezione di alta sicurezza di Fuorni solo tre metri quadrati per persona Salzano: «Il magistrato di sorveglianza non ha fatto neppure un sopralluogo»

Una denuncia per comportamento omissivo nei confronti del presidente del Tribunale di sorveglianza. A farla sono i componenti dell’associazione radicale “Maurizio Provenza”. «Da quando i detenuti dell’alta sicurezza hanno scritto per denunciare le condizioni in cui vivono – ha spiegato il segretario Donato Salzano – la dottoressa Vertaldi non ha ancora provveduto a fare un’ispezione nel carcere di Fuorni per verificare la situazione. Lancio quindi un appello affinché si adoperi in tal senso nei prossimi giorni, altrimenti la denunceremo per comportamento omissivo».

Il segretario fa riferimento alla lettera inviata dai detenuti in cui si spiega che mancherebbe lo spazio vitale garantito a chi è in cella. «So che in tal senso si è aperto un dialogo con il direttore del carcere il quale per primo ha ricordato che esiste una sentenza della Corte di Cassazione che stabilisce che lo spazio vitale non può essere inferiore ai tre metri quadri calpestabili – ha detto sempre Salzano – Tuttavia voglio anche ricordare due normative europee. La prima stabilisce che lo spazio vitale non può essere inferiore ai sette metri quadri, la seconda che deve essere di sei metri quadri quello dei maiali in gabbia. Forse i detenuti hanno meno diritti dei maiali?».

Salzano nei prossimi giorni farà una visita alla struttura di Fuorni per verificare personalmente la denuncia dei detenuti. Tuttavia, già adesso ritiene che non sia infondata. «La seconda sezione che adesso ospita i detenuti ad alta sicurezza – ha chiarito – prima era destinata ai tossicodipendenti in numero di quaranta. Dato che nel tempo sono diminuiti, li hanno trasferiti e lì sono arrivati i detenuti dell’alta sicurezza che sono in numero maggiore. Lo dimostra il fatto che il cortile dell’ora d’aria è talmente piccolo per tutti che scendono a gruppi. E probabilmente nei prossimi mesi il loro numero sarà destinato ad aumentare fino al centinaio». Quindi c’è il serio rischio che siano stati violati diritti fondamentali che, per tanto, devono essere ripristinati nel più breve tempo possibile. L’occasione per discutere di questa problematica è stata offerta nel corso della conferenza stampa che l’associazione radicale ha tenuto insieme al consigliere comunale del Psi Marco Petillo per sensibilizzare sulla questione del diritto di voto ai detenuti. «Per farli votare si deve mettere in moto una procedura speciale e farraginosa – ha detto Salzano – e per questo bisogna attivarsi per tempo». In pratica i detenuti devono presentare domanda al direttore del carcere in cui chiedono la tessera elettorale. Dopo aver ricevuto il documento si può allestire il seggio volante. «Possono votare tutti i carcerati con una condanna inferiore ai cinque anni o coloro in attesa di giudizio, nonché i dipendenti in servizio». Da qui l’appello ai direttori delle quattro carceri provinciali, ma anche ai rappresentanti sindacali della polizia penitenziaria, affinché informino a dovere. «Votare è un diritto», ha ribadito Petillo.

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