Sparita l’app finanziata con 432 mila euro 

Si chiamava Smartour Salerno e fu messa a punto da studenti e ricercatori dell’Università, impossibile scaricarla

«Il progetto mi piace moltissimo. Smetto gli abiti istituzionali e non appena sarà disponibile sarò pronto a scaricarla». Era il 27 marzo del 2015, il primo cittadino, Vincenzo Napoli, così presentava – nel corso di una conferenza stampa – la realizzazione di Smartour Salerno, una mappa interattiva, da scaricare su dispositivi mobili, consultabile sia online sia offline. Un’applicazione per conoscere le bellezze salernitane a 360 gradi, per esplorare la città, per trovare le informazioni interessanti, gli eventi più importanti, i percorsi più affascinanti e caratteristici, segnalando agli utenti i luoghi da non perdere. Peccato che di questa applicazione – a distanza di tre anni – non ci sia più alcuna traccia online. E, se si prova a scaricarla – sia da cellulare che da computer – compare una scritta in cui si precisa che il server non è stato in grado di riconoscere l’Url, in sostanza questa app è sparita.
Eppure, nel 2012, fu costituito un team di otto ricercatori e studenti dell’Università di Salerno, in collaborazione con il Politecnico di Torino, che si aggiudicò un finanziamento di 432mila euro (su un progetto complessivo di 540 mila euro), partecipando al bando nazionale “Smartcity and comunities”, indetto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Per sviluppare il progetto sono serviti un po' di anni: dal 2013 fino al 2015 quando – patrocinata dal Comune – l’iniziativa fu ufficialmente presentata. In quella fase l’applicazione non poteva ancora essere scaricata, “per problemi con il Miur”, come precisò Luigi Galluccio, capofila di quel gruppo di studenti e ricercatori e vicepresidente dell’associazione no profit Smartour. Questioni che non si sono mai risolte, visto che l’applicazione non è mai stata veramente attiva.
Il punto della questione, però, è un altro: se è vero che quando si finanzia un’infrastruttura con fondi pubblici o europei, resta lì e il riscontro dell’investimento è concreto e misurabile, nel caso dei finanziamenti a progetti che sviluppano servizi, non c’è possibilità di avere garanzia di successo. Ma poi, come è possibile che non si conservi traccia nemmeno di uno qualunque degli itinerari contenuti nell’applicazione? Non si tratta di informazioni che debbono essere aggiornate per cui potrebbero occorrere ancora altre risorse finanziarie.
Il progetto di Smartour Salerno nasceva dalla considerazione che la città capoluogo è oscurata da località di maggiore interesse turistico. Tanto che all’epoca solo il 2% di visitatori, si tratteneva in città. «Da questo deriva “Smartour” – raccontavano gli ideatori – dall’obiettivo di coinvolgere abitanti ed esercenti in modo da invogliarli a pubblicizzare la propria città». Il progetto social puntava a rendere protagonisti non solo i turisti che avrebbero potuto lasciare commenti e recensioni sui luoghi visitati, ma anche i commercianti e gli albergatori, con la possibilità di mettere in vetrina la propria attività.
«Verranno pubblicate delle offerte in stile Groupon – affermava Debora Sarno, presidente dell'associazione – sarà possibile scaricare dei percorsi per ogni sorta di esigenza, dai ragazzi alle famiglie, oltre alla possibilità di ideare il proprio itinerario e condividerlo con gli altri utenti della piattaforma. Attraverso l’App vogliamo creare interesse sulla città».
Il gruppo di studenti e ricercatori (composto oltre che da Galluccio e Sarno anche da Alessandro Ceruso, Chiara Galdi, Paola Galdi, Carlo Terranova, Vanni Giuseppe Rizzo, Antonio Vitale) fu anche ricevuto dall’allora ministro, Francesco Profumo. E, quando il progetto è arrivato a Palazzo di Città sono state anche stampate delle originali brochure a forma di smartphone con lo schermo arancione e il logo con la scritta Salerno e il simbolo della fotocamera in bianco. Oggi unica testimonianza (oltre al sito web) di un progetto che è nato, è stato finanziato con fondi pubblici e non ha lasciato nulla.
Eleonora Tedesco
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