Spari contro le auto, scacco alla gang 

Una banda di nove giovani dell’Agro mandò in frantumi a ottobre i finestrini di un centinaio di auto in tutta la città

Noia, solo tanta noia. Questo il movente che avrebbe innescato quella che sembrava una bravata ed è invece reato. Sono stati arrestati e posti ai domiciliari, ieri mattina, con l’accusa di devastazione nove giovani, otto dei quali di San Marzano Sul Sarno e il nono della periferia di Pagani, ai confini con il comune marzanese. A finire ai domiciliari sono stati il 29enne Ciro Torino detto l’aulivaro, il ventenne Carlo Verde e il gemello Gaetano, il 24enne Francesco Iaquinandi, il ventenne Corrado Fiamma, i ventunenni Roberto Pagano e Antonio Marrazzo, il 19enne Alfonso Ciancia, tutti di San Marzano Sul Sarno, e il 30enne Antonio Iaccarino di Pagani. I nove sarebbero stati i protagonisti del raid vandalico che la notte tra il 10 e l’11 ottobre scorso, quando in città furono danneggiate un centinaio di auto, con vetri spaccati da colpi sparati da pistole ad aria compressa. All’identificazione dei nove si è giunti grazie a una telecamera posta in piazza della Libertà a Pastena, che ha ripreso le targhe delle due vetture che hanno seminato il panico in città. In poche giorni, i carabinieri della compagnia di Salerno, retta dal maggiore Pietro Paolo Rubbo, la squadra mobile del vicequestore Lorena Antonia Cicciotti e i finanzieri del nucleo di polizia economica del tenente colonnello Gabriele Di Guglielmo, coordinati dal procuratore aggiunto Luigi Alberto Cannavale e dal pm Katia Cardillo, grazie alle indagini del Racis dell’Arma, sono arrivati ad identificare il gruppo di giovani.
Il 24 ottobre, durante una perquisizione dei carabinieri in casa dei nove indagati furono trovati i messaggi compromettenti sui cellulari, in particolare in una chat chiamata “’o sistema” dove erano iscritti 16 partecipanti, tra i quali i nove arrestati. Le indagini hanno ricostruito le quattro ore di follia tra il 10 e l’11 ottobre, due delle quali passate a sparare piombini. Il gruppo dei nove si vede davanti ad un bar a San Marzano Sul Sarno poco prima della mezzanotte del 10 ottobre. La serata è lunga e sembra non passare mai. La noia prende il sopravvento e il gruppo decide di andare a Salerno in una discoteca nella zona dello stadio Arechi. Poco dopo la mezzanotte, i nove salgono su due auto, una Toyota Yaris condotta da Antonio Marrazzo e una Lancia Y alla cui guida sarebbe stato Roberto Pagano. Il gruppo possiede due pistole ad aria compressa, che sarebbero state acquistate poche ore prima da Carlo Verde in un’armeria della vicina Poggiomarino, armi e munizioni poi ritrovate a casa di Fiamma. Arrivano a Vietri sul Mare verso l’1.45 dell’11 ottobre e poco dopo imboccano il viadotto Gatto. Da qui percorrono il lungomare fino in via Generale Clark, dove avrebbero deciso di fare la bravata. Due o più persone cominciano a sparare piombini, distruggendo vetri laterali e lunotti delle auto parcheggiate. Sparano i primi colpi nella zona di via Leucosia, poi il raid continua in via Trento e piazza della Libertà a Pastena, quindi le due auto svoltano a destra e salgono per via Santa Margherita, lasciando una lunga scia di vetri rotti (una trentina almeno). I nove arrivano al Quartiere Italia, dove in zona centro sociale colpiscono altre due auto. Poi forse si spostano verso nuovamente verso il lungomare e prendono di mira vetture in sosta in via Torrione, lungomare Marconi e a lungomare Colombo. Poi la decisione di tornare indietro verso il centro della città. Altri veicoli vedono così andare in frantumi i finestrini a corso Garibaldi e via Roma.
Di fronte alla Questura viene distrutto un finestrino di un’ambulanza della Croce rossa che era appena rientrata da un intervento e di lì a poco sarà chiamata per un nuovo soccorso senza poterlo eseguire. La Yaris e la Lancian Y risalgono verso piazza Matteo Luciani, prendono di mira altre auto ed altre (almeno sei) vengono vandalizzate in via Benendetto Croce. Non si sa se all’andata o sulla via del ritorno è stata colpita anche una vettura in viaggio sulla tangenziale. Alla fine si conteranno una sessantina di denunce, molte meno dei reali danneggiati che supererebbero il centinaio, come testimonierebbero i messaggi degli indagati. La stessa sera episodi del genere si verificarono anche a Cava de’ Tirreni ma non sono state sporte denunce e quindi non si è attivata un’indagine.
Salvatore De Napoli
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