Sparatoria in via Pertini si cerca un quarto uomo

Secondo gli inquirenti potrebbe essere il destinatario dei colpi di pistola S’indaga soprattutto sulla lotta tra bande per il controllo dei centri di spaccio

Quella della lotta tra bande di pusher per la spartizione dei punti di spaccio è la tesi più accreditata per la sparatoria di via Pertini. Nel quartiere orientale della città si nascondono i covi degli spacciatori e spesso le forze dell'ordine sono intervenute con blitz antidroga. L’unico bossolo trovato a terra potrebbe essere stato esploso nel corso di un regolamento di conti, ma siamo nel campo delle ipotesi. Quest’oggi, intanto, sono previsti gli interrogatori degli arrestati e la convalida dei fermi operati dai carabinieri. Tre ebolitani, tutti pregiudicati, si trovano in carcere. Si tratta di Antonio De Nigris, 24 anni, Felice Celso, 31, e Gaetano Celso, 27. Il primo è indagato di spari in luogo pubblico. Insieme agli altri due risponde anche di porto abusivo di arma da guerra.

La pistola che è stata sequestrata nella palazzina in cui si era rifugiato De Nigris, è una calibro 9, di quelle in uso durante l’ultimo conflitto mondiale. Un’arma vetusta, ma ben conservata. La pistola presenta ancora il numero matricolare, ma non si esclude che sia il provento di un furto. Sulla vecchia calibro 9, infatti, saranno eseguiti gli esami balistici per verificarne la provenienza.

La sparatoria è avvenuta nel pomeriggio di venerdì non lontano da una farmacia. Le indagini avviate dai carabinieri della locale compagnia, diretta dal capitano Alessandro Cisternino, devono ricostruire l'evento delittuoso per scoprire se c'era una quarta persona (non quella fermata e subito rilasciata). È il tassello che manca: potrebbe essere il destinatario del colpo di pistola. Un pusher di un altro gruppo, se tiene l’ipotesi della lotta per lo spaccio. Nell’auto fermata in via Tobagi, dopo un breve inseguimento, erano in tre e sono i tre arrestati. Dalla Lancia Ypsilon di colore nero è uscito in corsa De Nigris che, impugnando la pistola, è riuscito ad entrare nell’androne di una palazzina. Gli altri due - i fratelli Celso - sono stati bloccati e portati in caserma. Poi i carabinieri hanno perquisito lo stabile palmo a palmo.

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