Spara in casa e rischia di ferire un vicino

Imprenditore in preda a raptus esplode colpi di pistola: uno finisce in un altro alloggio. Panico in un parco di S. Vincenzo

MERCATO SAN SEVERINO. Al cuor non si comanda, dicono, ma certo anche la testa spesso va per sentieri misteriosi. E pericolosi per se stessi e per gli altri. Sfiorata la tragedia ieri mattina, tra le 11,30 e le 12, a San Vincenzo di Mercato San Severino: un imprenditore di mezza età, A. D. R., proprietario di un hotel, assalito da chissà quali pensieri ricorrenti e foschi, mentre era in casa ha preso la sua pistola - regolarmente denunciata - ed ha cominciato ad esplodere colpi all’impazzata, mirando a mobili e soprammobili della stanza a caccia di qualche invisibile demone da scacciare.

L’uomo non ha fatto danni alla casa e a se stesso, ma alcuni proiettili hanno attraversato prima i vetri del suo appartamento e poi quelli di un’altra casa, in linea d’aria assai vicina, sempre in via San Vincenzo, nel parco De Caro che è adiacente alla villa dell’imprenditore. È la casa di una famiglia - marito, moglie e due figli - nella quale in quel momento c’era solo il padre, bloccato a letto dall’influenza. E dal suo letto ha rischiato di passare a uno di quelli dell’ospedale, ma fortunatamente il colpo non lo ha neanche sfiorato. Tanta paura, dunque, e di certo un’impennata del termometro, ma fortunatamente nessun danno.

L’accaduto non è naturalmente passato inosservato, difficile del resto che nessuno sentisse quegli spari all’impazzata, tanto più insoliti in una località dove regna sovrana la tranquillità; e ancora più difficile che davanti al cancello della villa dell’imprenditore non si formasse un capannello di persone, e «che diamine, signora mia, qua sono impazziti tutti, restiamo qui che magari arriva la tivù».

Sul posto sono subito arrivati i carabinieri della compagnia di Mercato San Severino, diretti dal capitano Rosario Basile, che hanno tranquillizzato e ricondotto alla ragione A. D. R., prima di denunciarlo, in stato di libertà, per danneggiamento aggravato ed esplosione di colpi di arma da fuoco in luogo abitato. Sistemata la parte di immediata esecuzione, i militari dell’Arma hanno poi avviato le indagini per cercare di risalire alle radici di quel gesto così manifestamente eclatante, quasi che l’imprenditore di mezza età avesse voluto attirare in qualche modo l’attenzione sui propri problemi, o almeno quelli che olui ritiene tali. Le ipotesi al momento non sono tantissime, si propende essenzialmente per difficoltà economiche che avrebbero annebbiato la vista all’uomo fino a spingerlo ad impugnare la pistola.

Naturalmente, mentre i carabinieri eseguivano i rilievi e sfrondavano il campo delle indagini dalle ipotesi più inverosimili, proprio quelle ipotesi si hanno iniziato ad affastellarsi nei discorsi dei presenti, che all’esterno della piccola villa di via San Vincenzo non ne hanno esclusa nessuna: dal tentato suicidio alla gelosia, da problemi di salute alla pazzia pura e semplice. E qualcuno, chissà, nel chiuso di un capannello, avrà magari anche fatto balenare lo zampino dei fondamentalisti o resuscitato le Brigate Rosse: «Signora mia, per carità, andiamo a casa, qua la tivù non arriva e il pranzo si fredda».

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