Sparò all’imprenditore, arrestato

Scala, si è consegnato ai carabinieri Marco Bottone: il gesto dopo una lite

SCALA. Si è costituito Marco Bottone, il trentanovenne bracciante agricolo di Scala, sospettato di aver esploso un colpo di pistola contro un imprenditore di 55 anni. L’operaio si è presentato spontaneamente, dopo una latitanza durata 72 ore, accompagnato dal proprio legale di fiducia, presso la stazione dei carabinieri di Ravello.

All’uomo, che è già noto alle forze dell’ordine, subito dopo le formalità di rito è stato notificato un decreto di fermo di indiziato, emesso dal pubblico ministero titolare delle indagini. Ai suoi polsi sono scattate le manette e, quindi, è stato trasferito nella casa circondariale di Salerno-Fuorni.

Probabilmente Bottone ha deciso di consegnarsi ai militari dell’Arma in quanto oramai accerchiato e senza una possibilità di fuga. Gli investigatori, coordinati dal capitano Alberto Sabba, comandante della compagnia di Amalfi, infatti, hanno battuto tutte le piste per assicurare alla giustizia il sospettato, che è indagato per i reati di tentato delitto aggravato dalla premeditazione, porto e detenzione illegale di arma da fuoco. Bottone è accusato di aver sparato all’imprenditore in località Campidoglio, una delle frazioni di Scala, nel tardo pomeriggio del lunedì di pasquetta. In base alla ricostruzione fatta dagli inquirenti, sembra che tra le due famiglie non corresse buon sangue. Tant’è che già qualche altra volta le due fazioni si erano affrontate, ma sempre a suon di calci e pugni. Mai la faida era degenerata a tal punto da portare addirittura all’utilizzo di un revolver. Lunedì scorso, invece, Bottone sarebbe stato in preda ad un vero e proprio raptus di follia. A scatenare la sua ira un violento diverbio avvenuto, qualche ora prima, con il figlio del cinquantacinquenne su di un sentiero montano. I due si sarebbero affrontati a viso aperto, utilizzando anche dei bastoni. E ad avere la peggio sarebbe stato proprio l’operaio, che ha dovuto fare ricorso alle cure dei sanitari del Costa d’Amalfi per farsi ricucire una vasta ferita lacero-contusa al capo.

Una volta dimesso, Bottone avrebbe maturato i propositi di vendetta. Avrebbe telefonato all’imprenditore dandogli appuntamento nei pressi della stalla dove trovano riparo gli animali da soma utilizzati per il trasporto dei materiali. E qui, in pochi istanti, si sarebbe sfiorata la tragedia: l’operaio, infatti, avrebbe estratto la pistola e avrebbe premuto il grilletto, per poi fuggire a bordo della propria auto.

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