Sparò ai due genitori Per un paganese condanna a 8 anni

PAGANI. Otto anni di reclusione al termine del rito abbreviato per il trentenne paganese Antonio Contaldo, accusato del tentato duplice omicidio dei genitori. Il gup ha emesso sentenza di condanna...

PAGANI. Otto anni di reclusione al termine del rito abbreviato per il trentenne paganese Antonio Contaldo, accusato del tentato duplice omicidio dei genitori. Il gup ha emesso sentenza di condanna nonostante la testimonianza a suo favore della madre e una perizia di parte, non acquisita all’udienza preliminare.

L’episodio contestato risale alla sera del 25 marzo del 2012, quando in una casa in aperta campagna ai confini tra Pagani e San Marzano, Contaldo discusse animatamente con i genitori per un terreno di proprietà. A un certo punto il giovane indagato andò via recandosi a casa della nonna. I genitori dopo poco andarono a cercarlo, fino al giardino che affiancava la casa dell’anziana nonna materna, un terreno pieno di sterpi alle spalle di un noto ristorante. Quando erano da poco trascorse le 21, nel buio che avvolgeva la zona Contaldo esplose un colpo dal fucile che aveva in mano, colpendo la madre al femore mentre il padre si rifugiò in casa. Contaldo lo inseguì ed esplose un altro colpo contro la porta chiusa, fortunatamente senzaferire il genitore, mentre sul posto erano presenti anche dei bambini.

Dopo poco la madre fu trasportata in ospedale per la ferita alla gamba mentre il figlio venne raggiunto dai carabinieri che avviarono la ricostruzione dell’accaduto disponendo l’arresto di Contaldo, che è tuttora recluso in carcere e riceve visite anche dai genitori, che nel frattempo hanno sanato i rapporti con lui, con un risarcimento già versato e una testimonianza favorevole della madre resa in sede di udienza preliminare.

La vicenda è stata seguita da tre diversi sostituti della procura di Nocera, con una perizia di parte che avvalora la tesi dell’incidente non acquisita però dal gup e la richiesta derubricazione del reato. Il gup ha valutato entrambi i capi d’accusa come in origine quali casi di tentato omicidio, nonostante le giustificazioni dell’indagato che raccontò di essere scivolato, e nonostante altri elementi sostenessero la tesi del colpo accidentale. La difesa, con l’avvocato De Pascale, e le parti civili, assistite dall’avvocato Edoardo Sorrentino, avevano prodotto una perizia di parte curata dal medico legale Giuliano Alfinito, compatibile con la caduta accidentale della donna.

Alfonso T. Guerritore

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