la sentenza 

Spaccio, stangata in Appello 

Rideterminate e aggravate le pene per i “signori della droga”

Traffico di stupefacenti e sequestro di persona, stangata in Appello ai “signori della droga”. La pena più severa è stata comminata a Vincenzo Greco, per il quale la Corte, presieduta dal giudice Francesco Verdoliva, ha rideterminato la pena in 19 anni di reclusione. Pena alta, sempre in continuazione con altri reati legati allo smercio di stupefacenti, per Giovanni Sorrentino, di Nocera Inferiore, condannato a 17 anni di carcere. Stessa condanna, che raccoglie una serie continuata di reati dello stesso genere, anche per Matteo Principale. Nell’ambito dello stesso appello, la Corte ha rideterminato in quattro anni di reclusione le pene per Davide Bertoldi e Michele Ponticelli. Confermata, invece, la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione, unica pena sospesa per Domenico Vitolo di Sant’Egidio del Monte Albino. Non doversi procedere, infine, nei confronti di Pasquale Sgambato per intervenuta morte del reo. I giudici del secondo grado del tribunale di Salerno hanno inflitto agli imputati anche multe salate superiori ai 30mila euro. Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra due mesi.
La vicenda giudiziaria trae origine da due episodi di compravendita di grosse partite di droga. In particolare è riferita alla cessione da parte di Bertoldi a referenti del clan Greco-Sorrentino, Vincenzo Greco e Giovanni Sorrentino, di una partita di venticinque chilogrammi di cocaina e 1 chilogrammo di pasta di coca importata dalla Spagna per cinquantamila euro. Nel corso della trattativa per la vendita, Sgambato, Sorrentino, Principale e Vitolo erano accusati anche di aver sequestrato con minacce e violenza Bertoldi presso la sua abitazione a Nocera.
I fatti di causa risalgono a una decina di anni fa. Era il 2008 quando Bertoldi fu liberato, ma soltanto dopo il pagamento di cinquantamila euro da parte della sua convivente. Dalle carte processuali emerge che Bertoldi consegnò agli uomini del clan i suoi risparmi, che aveva ritirato in banca dove fu accompagnato dai suoi creditori che volevano essere certi dell’effettiva operazione di prelievo. Fatti accaduti tra i mesi di febbraio e marzo di quell’anno. C’è, poi, il caso della cessione della partita di droga di 15 chilogrammi che, all’inizio del marzo 2008, fu acquistata da Michele Ponticelli.
Le indagini della Procura antimafia di Salerno si concentrarono tra Angri, Sant’Egidio e Nocera Inferiore.
©RIPRODUZIONE RISERVATA