Spaccio sotto al crocifisso

Nocera Inferiore: sgominata la banda che aveva allestito il droga market a Piedimonte

NOCERA INFERIORE. È scattata all’alba di ieri l’operazione antidroga denominata “Crucifix” che ha consentito di smantellare una centrale di spaccio a Piedimonte. Le indagini svolte dagli uomini del nucleo operativo dei carabinieri guidati dal capitano De Chirico, al comando del maggiore Gabelloni del gruppo territoriale di Nocera Inferiore hanno prodotto la richiesta cautelare firmata dal gip, con quattro ordinanze in carcere, sei in detenzione domiciliare e un obbligo di firma, con un blitz che ha impegnato il nucleo elicotteristi e decine di uomini a cingere l’intero quartiere per ore.

Gli arrestati tradotti alle celle di Fuorni sono il trentunenne Francesco D’Elia, il ventinovenne Mario D’Elia, il venticinquenne Mario Sarno e il venticinquenne Antonio Bevilacqua, mentre agli arresti domiciliari sono finiti il venticinquenne Fabio Bruno, il ventitreenne Carmine Cuomo, il trentaquattrenne Vincenzo Fierro, il trentenne Marco Iannone, il trentunenne Natale D’Alessandro e il ventottenne Gerardo D’Alessandro, con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria disposto per Giuseppe Abate, ventunenne, tutti di Nocera Inferiore, con sei misure cautelari rigettate per altri soggetti. Contestata la detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti in concorso, fuori dall’ipotesi associativa, il danneggiamento di telecamere installate per il monitoraggio delle attività di vendita illecita e la detenzione di armi da fuoco, contestate a vario titolo ai coinvolti.

Il gruppo aveva messo in piedi un organizzato market della droga che si svolgeva sotto gli occhi dei residenti del rione, con una spiccata capacità delinquenziale, pronta ad espandere il proprio raggio d’azione fuori dall’Agro. Agli atti del procedimento sono state raccolte numerose immagini videoregistrate, con riprese messe insieme fin dall’inizio dell’estate 2012, monitorando attività di spaccio nel cuore del rione, nei pressi di alcuni di alcuni edifici scolastici nelle ore pomeridiane e serali. L’attività investigativa è partita nel luglio scorso, con un primo blitz scattato ad Agosto con “l’operazione Piedimonte”, culminata nel ritrovamento di 2.100 euro, ritenuti provento spaccio e una prima serie di arresti nei confronti di Vincenzo Di Stasio e della moglie Assunta Anna D’Elia, ritenuti gestori di giro di cocaina. Nella stessa zona i carabinieri ritrovarono le armi. Nel garage c’erano due pistola semiautomatiche, con canna modificata, calibro 7,65, e un fucileBenelli calibro 20. Venne arrestato Natale D’Alessandro. Proprio dalle dichiarazioni non verbalizzate di Di Stasio i militari arrivarono alla base dov’erano custodite le armi. Quel giorno d’agosto la squadra investigativa era arrivata dritta all’abitazione dei Di Stasio-D’Elia, bussando al citofono e assistendo al lancio di una borsa di pelle nera dal balcone. Dentro c’erano 160 grammi di cocaina in una busta, dodici grammi di crack, 1,9 grammi di coca, 40 grammi di marijuana e due bilancini. La perquisizione scoprì il laboratorio. Un altro legame era quello che riferiva la droga sequestrata a Di Stasio ai suoi due nipoti, Francesco e Mario D’Elia, con frasi dell’arrestato intercettate durante i colloqui in carcere con la madre. “Hai capito, non li ho accusati, ho fatto l’uomo, mi sono fatto il carcere loro, loro mi devono mantenere, mi devono pagare tutto quello che mi dovevano pagare, non lo stanno facendo, basta che alzo il telefono e chiamo al giudice”. Scrive il gip: «L’ipotesi accusatoria secondo cui Di Stasio e D’Elia detenessero la droga e la preparassero ai fini della successiva cessione in concorso con i nipoti è certamente fondata».

Alfonso T. Guerritore

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