LA STORIA

Sow Thierno: «Così mi sono salvato dall’inferno libico»

A 14 anni, il guineiano di San Rufo, vince col suo diario di profugo il premio Pieve Santo Stefano

SAN RUFO - “È mezzogiorno, dopo ore e ore di viaggio siamo alla soglia della capitale libica, Tripoli. Di solito quando ti fermano i poliziotti ti chiedono documenti, ma mi presero e mi misero dentro la loro macchina picchiandomi e mi portarono in prigione dove trovai altre mille ragazzi. Ma cos’era questa prigione? Ogni mattina venivano i proprietari di grandi campi di riso o di case in costruzione, alla ricerca di gente che lavorava, ma gratis. I soldi che dovevi guadagnare li prendevano i proprietari dei centri di detenzioni, mentre noi al contrario venivamo frustati per tutta la giornata. Sgobbai in queste pessime condizioni per ben 3 mesi”. Le parole sono quelle di un ragazzino, Sow Thierno , che a 10 anni decide di partire da casa sua perché ha già capito che nel suo Paese, la Guinea, non ha alcuna speranza di un futuro dignitoso e non potrà più studiare. Parole e storie contenute e scritte in un diario prezioso che racconta del viaggio verso l’Italia, attraverso il Mali, il Burkina Faso, il Niger, l’Algeria, la Libia per approdare in Sicilia nel 2016. Il viaggio per ora si è fermato nel salernitano a San Rufo, dove Sow, ora 14enne, è ospite della Casa dei Popoli gestita dalla Cooperativa Iris, nell’ambito del progetto Fami Arcobaleno. Il suo diario è stato premiato in quel luogo italiano dove dal 1984 si raccolgono i diari della gente normale, l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo. Sabato Sow Thierno a Pieve è stato proclamato vincitore per la categoria minorenni, del concorso nazionale DiMMi (diari multimediali migranti). I suoi scritti si trasformeranno in un libro e saranno conservati per sempre nell’archivio.

Salvatore Medici