Sottopasso, bloccato il maxi-cantiere

La decisione del commissario Ruffo per la carenza di fondi disponibili. Stop all’attesa riqualificazione dell’opera

Non si farà alcun lavoro, almeno in tempi brevi, al sottopasso ferroviario tra via Rosa Jemma e via Roma. Il grande progetto da circa 700mila euro, presentato in pompa magna nel 2012 dall’ex sindaco Santomauro e da Salvatore Anzalone, ex assessore alle opere pubbliche, affidato nel 2013 ad una ditta di Ottaviano, è stato bloccato. Ufficialmente perché mancherebbero i fondi, ma pare sia stato direttamente il commissario straordinario Mario Rosario Ruffo a sospendere l’iter che ormai era arrivato alla stipula del contratto dopo l’espletamento della gara d’appalto. In pratica, la stessa vicenda che ha coinvolto l’appalto per la gestione della pubblica illuminazione, bloccato al momento delle firme sui contratti.

Anche su tale progetto si erano concentrate le attenzioni della Commissione d’Accesso Antimafia, presente fino a novembre a Palazzo di Città. Lo scorso anno, a marzo, due mesi prima della vicenda giudiziaria che aveva portato all’arresto dell’ex sindaco Santomauro, con l’iscrizione al registro degli indagati pure di Anzalone, i lavori erano stati affidati alla Cofrat Costruzioni Generali sas di Ottaviano, per una differenza di soli 174 euro rispetto alla seconda classificata su un appalto totale di circa 740mila euro.

Su 170 offerte giunte al Comune (otto escluse), l’azienda partenopea aveva ottenuto il primato con un ribasso del 34,162% sull’importo a base d’asta. I lavori sarebbero dovuti partire entro la fine di aprile 2013 e concludersi in 150 giorni naturali, dunque entro l’inizio di ottobre. L’opera sarebbe stata finanziata, stando ai comunicati stampa inviati dal Comune in quel periodo, mediante fondi di bilancio provenienti dal mutuo con istituto di credito dell’importo di euro 950mila euro. Il responsabile unico del procedimento era l’architetto Angelo Mirra, con l’ausilio dell’ingegnere Franco Ruggiero per il coordinamento, di Antonio Francese per la parte contrattuale, di Giuseppe Ragone e Rosa Salzano per la gestione finanziaria.

I lavori erano stati dettati dalla necessità di risanare l’intera struttura, compresa la zona circostante, che risulta degradata a causa del lungo abbandono e della conseguente mancata manutenzione. La demolizione della torre adiacente avrebbe consentito un’ottimale soluzione progettuale per il superamento delle barriere architettoniche per gli utenti del sottopasso, oltre ad un miglioramento della viabilità veicolare all'incrocio di via Roma e via Ferrovia. In particolare sul lato di via Jemma e nel tratto contiguo del sottopasso gli interventi avrebbero portato alla costruzione di una rampa pedonale da affiancare a quella carrabile restringendo l'attuale stradina che fiancheggia gli edifici sul lato est. Via Jemma, nel tratto a ridosso del sottopasso, sarebbe diventata pedonale, anche in considerazione dell’attuale precarietà del transito veicolare.

Francesco Piccolo

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