Sosta e multe, “strigliata” ai Comuni

Per la Cassazione tocca agli enti dimostrare l’esistenza di spazi liberi

Multe nelle strisce blu, si complica la posizione processuale dei Comuni nei ricorsi presentati dagli automobilisti che, contro le infrazioni elevate per mancata esposizione dei grattini, eccepiscono la mancanza in zona di aree di sosta gratuite. Il Codice della Strada, com’è noto, all’articolo 7, impone che “qualora il Comune assuma l’esercizio diretto del parcheggio con custodia o lo dia in concessione ovvero disponga l’installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta (...), su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta”.

Fino ad oggi toccava all’automobilista ricorrente dimostrare l’inesistenza, “nelle immediate vicinanze”, di parcheggi gratuiti. La Corte di Cassazione invece, con una recente Ordinanza (numero 18575 del 3 settembre), ha stabilito che tocca al Comune l’onere di «provare la presenza delle condizioni ostative all’operatività dell’obbligo di predisporre spazi liberi di parcheggio». È l’ente che contesta il ricorso, insomma, a dover provare che ha rispettato la “proporzionalità”, in zona, di aree con sosta gratuita e strisce blu.

Il giudizio giunto all’attenzione della Cassazione è partito da Napoli ed è stato attivato da un automobilista che, in una zona centrale, ha parcheggiato nelle strisce blu senza esporre il contrassegno di pagamento. È stato multato, ma ha presentato ricorso eccependo l’inesistenza in zona di parcheggi gratuiti. Il Comune ha sostenuto l’infondatezza delle ragioni addotte in giudizio: la Cassazione ha rigettato l’opposizione. In sostanza la Suprema Corte ha affermato il più generale principio che, nel giudizio di opposizione a sanzioni amministrative, l’amministrazione convenuta in giudizio assume sostanzialmente la veste di attrice: spetta quindi ad essa, come prescritto dal codice civile (articolo 2697) l’onere di provare l’esistenza degli elementi di fatto che integrano la violazione contestata (e quindi, nel caso concreto, la proporzionalità strisce bianche/strisce blu). ©RIPRODUZIONE RISERVATA