Sospeso l’appalto per la sosta

A Scafati dubbi dell’Acse sulla Publiparking che aveva ricevuto l’incarico

SCAFATI. L’Acse sospende l’appalto alla Publiparking, la ditta che avrebbe dovuto gestire il servizio di sosta a pagamento per i prossimi sei mesi. In una riunione tenutasi ieri mattina presso gli uffici della partecipata comunale, alla quale, insieme ai dirigenti, erano presenti anche alcuni consiglieri comunali di maggioranza e gli assessori Antonio Pignataro e Annalisa Pisacane, è stato deciso “in via cautelativa” di sospendere il contratto.

«La decisione – ha dichiarato il presidente dell’Acse, Eduardo D’Angolo - arriva anche in seguito alle notizie diffuse sulla società dalla stampa locale». Come riportato da un sito di informazione locale, infatti, pare che la Publiservizi, madre della ditta che si sta insediando a Scafati, sarebbe divenuta nota alle cronache poiché già diffidata dai comuni di Marano e Pompei in quanto colpita da interdittiva antimafia atipica emessa dalla Prefettura di Napoli su cui si attente un riscontro definitivo.

Una serie di ombre che ha creato non poche polemiche in città sulla trasparenza della gestione. Ad avanzare i dubbi sulla Publiparking, nelle scorse ore, erano stati alcuni attivisti di Scafati in Movimento, che durante un colloquio con il presidente D’Angolo e l’ingegnere Salvatore De Vivo, avevano evidenziato le loro perplessità in seguito ad alcune ricerche effettuate. «Più volte – ha dichiarato Gennaro Avagnano - abbiamo chiesto che venisse riattivato il servizio della sosta a pagamento che era di sollievo sia alle casse comunali che ai commercianti. Però innanzi al trapelare di certe notizie lette la trasparenza e la prevenzione assurgono ad un ruolo principale».

Sull’affidamento alla Publiparking, il presidente D’Angolo ha poi precisato: «Abbiamo chiesto per la Publiparking la documentazione antimafia anche se non era obbligatoria nel caso specifico della gara. Un atto di tutela che ci costringe a rispettare i tempi di risposta della Prefettura di Roma: 45 giorni per ottenere risposta, dopodiché decideremo le prossime azioni».

Soddisfatto il pentastellato Avagnano: «Si è preferita la trasparenza e ne siamo lieti. Siamo però speranzosi che l’azienda del nostro compaesano esca indenne da qualunque vicenda. Chiediamo che nel futuro si adottino protocolli più severi anche se solo cautelativi».

Luigi Novi

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