Lo studio

Sos obesità infantile. La Campania è da record

La media nazionale è pari al 33 per cento, in regione si attesta al 35. Allarmanti i dati dei pediatri: a Salerno cresce il ricorso ai centri specializzati

SALERNO. La Campania ha il più alto tasso di obesità infantile. È quanto emerge dai dati raccolti dai pediatri di tutta la regione. È stato questo uno dei temi di cui si è discusso nell’ambito del convegno “Alimentazione in età scolastica”, che si è svolto ieri mattina alla Colonia San Giuseppe.

Il quadro è allarmante ed evidenzia un preoccupante e negativo primato: «I numeri la dicono lunga sulla situazione – ha dichiarato la psicologa Chiara Caulo – ed evidenziano, a fronte di una media nazionale di obesità infantile che si assesta sul 33 per cento, un incremento di due punti di percentuale in Campania, quindi un 35 per cento che alza la media nazionale e mette a nudo una situazione preoccupante per la nostra Regione. Salerno purtroppo non fa eccezione a riguardo e si rileva in tal senso una minore richiesta di aiuto ai centri specializzati, il che non fa emergere il dato numerico complessivo».

La cattiva educazione alimentare è una delle cause principali dell’obesità infantile, ma spesso la concausa è il rapporto genitori-figli con i primi che faticano ad accettare la condizione dei ragazzi i quali a loro volta riversano nel cibo il loro disagio: «Educare i ragazzi ad una corretta alimentazione sin da piccoli è alla base del vivere bene – dice la dottoressa Caulo – poi, sotto i riflettori finisce anche il rapporto genitori-figli che spesso, anzi troppo spesso, è legato al cibo a doppio filo. Mi spiego meglio: il bambino, il ragazzo, la ragazza non mangiano? È un problema. A questo punto intervengono i genitori preoccupati dell’astenia del figlio che a sua volta ha usato il rifiuto del cibo per attirare l’attenzione su di sé. C’è poi da rilevare che il disturbo alimentare non è solo l’obesità ma anche l’anoressia e la bulimia con dati in crescita anche per il sesso maschile. Le proporzioni numeriche di qualche anno fa offrivano numeri spropositati e molto diversi tra maschi e femmine, in una scala numerica potremmo identificarli in un rapporto da uno a nove. Oggi purtroppo non è piu così, c’è stato un vorticoso aumento dei casi che comunque non eguaglia i due sessi giacché sono sempre di più le donne a soffrire di queste patologie. Per gli uomini è invece in aumento l’anoressia reverse, detta anche “attenzione al muscolo” che si evidenzia nella ricerca ossessiva della perfezione fisica».

A Salerno, si registra però una regressione dei casi di altro tipo di disturbo alimentare, l’anoressia e la bulimia su tutti. È stato rilevato, ad esempio, che rispetto al reparto di neurospichiatria infantile dell’ Istituto San Paolo di Milano, alto centro per la cura ed i disturbi alimentari, l’utenza è in netto calo: «Non siamo ancora riusciti a snocciolare questo dato – continua la dottoressa Caulo – nel senso che probabilmente è falsato da una minore incidenza demografica del territorio. Sicuramente per l’obesità il dato è certo, ma in questi ulteriori casi, temiamo possa trattarsi di una scarsa considerazione del problema da parte delle famiglie che, seppure accertano delle difficoltà, non si rivolgono agli specialisti».

Sull’attenzione alla corretta alimentazione dei più giovani ha relazionato la dottoressa Roberta Fresa che ha evidenziato come «gli adolescenti preferiscano fast food e pranzi eccessivamente calorici e veloci a pasti sani e ricchi di ingredienti naturali che fanno della dieta mediterranea lo stile alimentare più seguito in assoluto».

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