gli sbarchi

Sos migranti I sei scafisti a confronto con un teste

«Ho pagato 1.200 denari a un libanese, poi mi sono imbarcato». È iniziata così, ieri mattina, la deposizione di un giovane del Bangladesh partito dalla Libia e portato a Salerno nei primi giorni di...

«Ho pagato 1.200 denari a un libanese, poi mi sono imbarcato». È iniziata così, ieri mattina, la deposizione di un giovane del Bangladesh partito dalla Libia e portato a Salerno nei primi giorni di agosto. È l’unico, delle centinaia di migranti giunti in città, ad avere varcato ieri la soglia del Tribunale per un confronto con i sei giovani accusati di essere gli scafisti. Un altro potrebbe essere sentito nei prossimi giorni, nel prosieguo dell’incidente probatorio, ma anche il ragazzo del Bangladesh dovrà tornare, perché ieri, a causa dei ritardi nella traduzione dei detenuti, la sua deposizione è solo iniziata. Venerdì prossimo racconterà del viaggio e il sostituto procuratore Francesco Rotondo gli chiederà anche di ricostruire l’incidente in cui il barcone si ribaltò, a largo di Lampedusa, e duecento persone persero la vita. Per questo, oltre all’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, tre presunti scafisti rischiano anche l’accusa di omicidio. Loro, difesi dagli avvocati Rosario Fiore e Gianluca Salzano, continuano a negare, dichiarandosi essi stessi vittime di chi li ha obbligati a partire, a volte sequestrando le loro famiglie.