SEQUESTRO A TORRIONE

«Sos amianto, pronti a chiudere la Mari»

Il caso dell’ex Sacro Cuore scuote il quartiere, la dirigente dell’istituto scrive al sindaco: «Ci dicano se lo stop è opportuno»

SALERNO - «È opportuno, in attesa degli esiti delle indagini, interrompere le attività scolastiche per grave rischio per la salute?». A chiederlo è la dirigente scolastica della “Matteo Mari”, Mirella Amato , rivolgendosi al sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli , dopo il sequestro del cantiere dell’ex Istituto Sacro Cuore a Torrione che è a pochi metri dalla scuola. Ieri mattina, i residenti del quartiere e tantissimi genitori erano preoccupati davanti ai cartelli posti dalla polizia municipale davanti all’ingresso dell’ex scuola, abbattuto per la creazione di un centro residenziale. Gli agenti del Nucleo decoro urbano e polizia ambientale, diretto dal capitano Mario Elia , hanno posto i sigilli sull’area di 3mila metri quadri interessata dall’intervento edilizio nella serata di giovedì, dopo un lungo sopralluogo iniziato la mattina. Ora si attende la conferma del provvedimento da parte della Procura. Il sequestro è stato ritenuto necessario dopo l’intervento anche dei tecnici dell’Arpac e dell’Unità operativa di prevenzione collettiva dell’Asl Salerno che hanno disposto anche la copertura dell’enorme quantità di detriti per evitare dispersione in area delle polveri, vista anche la sospetta presenza di amianto. Per appurare di cosa si tratti esattamente si attende l’arrivo dei risultati delle analisi dell’Arpac. Ma la municipale ha trovato materiale riconducibile all’amianto.

La preoccupazione alla “Mari”. Nella stessa lettera inviata al sindaco di Salerno - ma anche alla Procura, all’Arpac e ad altri Enti - la dirigente ha rappresentato la necessità di verificare se i sospetti della presenza di amianto corrispondano alla realtà e se la copertura attualmente posta sul materiale di risulta sia sufficiente a garantire la sicurezza dei cittadini, in special modo degli alunni e del personale scolastico, oltre se sia opportuno sospendere le lezioni. La dirigente si è detta disponibile a partecipare a tavoli tecnici, riunioni o conferenze sul caso, «onde evitare rischi alla comunità scolastica».

Le rassicurazioni. L’assessore alla pubblica istruzione, Gaetana Falcone, ha assicurato che tutto quello che deve essere fatto a tutela dei residenti e della comunità scolastica. «Siamo in attesa degli accertamenti dell’Arpac per stabilire se ci sia o meno amianto in quell’area - ha affermato l’assessore all’Ambiente, Massimiliano Natella - . Presteremo la massima attenzione a garanzia della scuola e dei residenti ».

L’ira dei genitori. Intanto si è nato un comitato spontaneo dei genitori della “Matteo Mari” con il coordinamento del rappresentante d’istituto, Raimondo Aufiero : «Stiamo costituendo un pool di avvocati che sono anche genitori degli allievi della scuola e abbiamo dato incarico come nostra consulente all’ingegnere ambientale Nicoletta Fasanino di seguire le varie operazioni. Bisogna stabilire se i rumori del cantiere e le polveri, che contengano o no amianto, possono rappresentare un rischio e se lo abbiano già rappresentato. I genitori sono molto preoccupati, anche se l’amianto non fosse presente, perché l’ingestione o l’inalazione di polveri e l’esposizione a rumori possono provocare danni alla salute anche a distanza di tempo». E l’ingegnere Fasanino: «Le azioni del corpo di polizia locale e dell’Asl confermerebbero i sospetti di irregolarità gravi durante l'esecuzione dei lavori - specifica l’ingegnere - . Per poter valutare a quali rischi effettivamente siano stati esposti alunni e residenti, però, occorre approfondire le tipologie di manufatti contenenti eventualmente amianto e le modalità di demolizione attuate. Qualora sia confermato la presenza di amianto, dato il contesto si sarebbe dovuto operare con maggiore scrupolo e cautela, sia per obblighi normativi esistenti che per buon senso data la vulnerabilità dei soggetti esposti».

I residenti sul piede di guerra. Da giovedì sera, in tutto il quartiere Torrione, non si parla d’altro. Ciro Pietrofesa , presidente dell’Anva, che abita a 50 metri dall’ex Sacro Cuore sottolinea: «Vorrei chiedere, se fosse vero, come sia stato possibile abbattere un palazzo con elementi in amianto senza effettuare prima la bonifica. Come residenti, siamo fortemente preoccupati ed anche nella nostra chat di quartiere la preoccupazione è altissima. Chiediamo una stazione mobile dell’Arpac per monitorare l’eventuale presenza di polveri sottili di amianto anche nei prossimi giorni».

La difesa. Difende gli imprenditori che stanno eseguendo l’intervento di demolizione e ricostruzione in via Volontari per la Libertà il consigliere comunale di “Popolari e Moderati”, Giuseppe Zitarosa : «Sono imprenditori serissimi e certamente hanno seguito tutte le procedure in maniera corretta nella conduzione del cantiere. Purtroppo, c’è chi ambisce a non vedere ricostruire più l’edificio e guadagnare la vista a mare ed ha presentato una denuncia che non ha fondamento. Se si continua con questo fare a Salerno, gli imprenditori seri non si avvicineranno più ad iniziative in città».

Salvatore De Napoli