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Sorto nel 2009 Vi si eseguono 450 interventi ogni anno

Il reparto di Gravidanza a rischio è nato il 1 gennaio del 2009 quando il manager dell’ospedale “Ruggi d’Aragona” era Attilio Bianchi. Nel giro di sette anni sono stati eseguiti 3000 parti a rischio,...

Il reparto di Gravidanza a rischio è nato il 1 gennaio del 2009 quando il manager dell’ospedale “Ruggi d’Aragona” era Attilio Bianchi. Nel giro di sette anni sono stati eseguiti 3000 parti a rischio, cioè circa 450 ogni anno. Fin dall’inizio sono state trattate patologie gravi che avrebbero compromesso le gravidanze, tra queste la placenta a creta (problema per cui il reparto è diventato centro di riferimento nazionale), il diabete, le malattie infettive, la tubercolosi. Di recente al “Ruggi” due gemelle sono nate da una mamma affetta da questa malattia infettiva. Ma il reparto si è occupato anche di parti prematuri, di gravidanze con feti troppo piccoli, di donne che desideravano diventare mamma ma che erano più in là con gli anni. Al “Ruggi”, infatti, ha partorito una donna di 57 anni. Il reparto, diretto dal ginecologo Raffaele Petta, nacque come struttura complessa, poi nel nuovo piano ospedaliero aziendale è stata prevista la trasformazione in struttura dipartimentale, perdendo così la figura di un dirigente responsabile, decisione che ha creato non poche polemiche. I posti letto sono sei. Ma in molte occasioni è stata chiesta la disponibilità di altri posti in altri reparti. Tempo fa trenta donne furono ricoverate nello stesso periodo per gravidanze difficili. Si stima che le gravidanze a rischio aumenteranno sempre più. Perché le donne decidono di mettere al mondo un figlio in età avanzata. Prima pensano a trovare una collocazione stabile nel mondo del lavoro, poi fanno prove di convivenza col compagno e dopo i 40 anni mettono in conto di diventare mamme. Si calcola che, in media, un terzo delle gravidanze è a rischio. (m.c.)

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