Sono i laureati in Farmacia a trovare subito il lavoro

Secondo i dati dell’ateneo salernitano attendono cinque mesi per un impiego La percentuale del part time resta alta. E le donne guadagnano di meno

Laurea e lavoro: un connubio che fa venire in mente un vecchio film di sessant’anni fa, in cui, Totò sperava di dissuadere una giovane dal corteggiare il nipote scrivendole: “Se lo deve togliere dalla testa perché Gianni è studente che studia e deve prendersi una “Laura”...”. Nonostante qualche errore di grammatica – voluto dallo sceneggiatore – il linguaggio sottolineava quanto, in quegli anni, il “pezzo di carta” fosse garanzia di guadagno e di un futuro certo. Oggi, mentre la crisi economica impazza e l’occupazione giovanile sembra non voler uscire da quel baratro in cui è intrappolata da troppo, c’è ancora un percorso di studi che dia garanzia di lavoro? Secondo i dati Istat e quelli di Almalaurea, circa l’82,5 per cento dei laureati in Farmacia ha già un contratto di lavoro. Il numero sull’occupazione nazionale (sebbene confortante) è tuttavia da paragonare a quello locale, in un rapporto che, per certi versi, chiude un cerchio: terminato il percorso universitario, che fine fanno gli studenti?

Bilanci alla mano, nell’ultimo anno accademico, l’Università degli Studi di Salerno ha visto ben 182 laureati in Farmacia, di cui il 41,4 per cento lavora. Secondo i grafici, uno studente dell’Ateneo salernitano, una volta completato il percorso di formazione, impiega mediamente cinque mesi a trovare il primo impiego. Un vero record se si tiene conto che, per altri percorsi di laurea i tempi si protraggono anche fino ad un anno prima di firmare il primo contratto. Altro dato positivo è la quantità di assunti a tempo indeterminato: il 31,4 per cento. Resta comunque relativamente alta la percentuale di part-time proposti dalle aziende: il 27,4 per cento. A dichiarare, invece, una collaborazione priva di alcun contratto, è il 7,8 per cento. Altro spunto interessante è la tipologia delle aziende che hanno effettuato le assunzioni: ben l’82 per cento è composto da società private, mentre resta un 17,8 per cento appartenente al settore pubblico. Sul guadagno degli assunti è palese un divario tra i sessi. Se, infatti, mediamente un laureato guadagna circa mille euro, andando a scavare si scopre che gli uomini hanno diritto ad uno stipendio di circa 1200 euro mentre le donne si arrestano sui 900 euro. Altra curiosità è l’età media dei laureati che si attesta sui 26 anni, con un voto che si aggira intorno al 100. Insomma un segno che la preparazione è importante, ma è importante anche essere pronti ad affrontare gli schemi e le condizioni del mondo della ricerca e, soprattutto, del lavoro.

Rita Esposito

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