l’analisi

Sono cinque le aree industriali martoriate dalla crisi economica

Sono cinque le aree industriali della provincia di Salerno colpite in maniera pesante dalla crisi degli ultimi anni e su cui ieri mattina, a Battipaglia, l’attivo provinciale della Cgil ha presentato...

Sono cinque le aree industriali della provincia di Salerno colpite in maniera pesante dalla crisi degli ultimi anni e su cui ieri mattina, a Battipaglia, l’attivo provinciale della Cgil ha presentato una relazione.

Si tratta delle zone industriali dell’Agro nocerino sarnese, della Valle dell’Irno, di Salerno, Battipaglia, Cicerale e del Cratere (Buccino, Oliveto Citra, Palomonte, Contursi Terme).

Tra il 2010 e il 2015, in provincia di Salerno, sono andati in mobilità circa 10mila lavoratori e molte industrie sono state costrette a chiudere o a ridimensionare orizzonti, budget e, di conseguenza, il numero dei dipendenti. La relazione è stata presentata dal responsabile regionale Cgil per le attività produttive Andrea Amendola, dal segretario generale Cgil Salerno Arturo Sessa e da Anselmo Botte.

Agro nocerino sarnese. Sono concentrate circa quaranta aziende agroalimentari per la trasformazione del pomodoro. Molte si sono trasformate in aziende alimentari, con la lavorazione anche di altri prodotti. Due grosse aziende si pongono un gradino avanti rispetto alle altre: La Doria di Angri e Petti di Nocera Superiore. Entrambe hanno un mercato internazionale di rilievo. In generale, sono sopravvissute alla crisi le aziende che, senza intaccare la qualità, hanno investito sull’innovazione tecnologica e di prodotto. Si registrano difficoltà logistiche soprattutto per gli approvvigionamenti della materia prima. Solo una parte dell’Agro è stata inserita nell’area di crisi che riguarda l’area stabiese, destando perplessità da parte dei sindacati.

Valle dell’Irno. Qui la crisi ha colpito soprattutto i settori chimico e cartotecnico, che hanno fatto ampio ricorso agli ammortizzatori sociali. Hanno chiuso due grandi stabilimenti (Grinding ed Esmelglas) che occupavano circa 150 lavoratori. In tale area sono ubicate, per ora, le Fonderie Pisano.

Salerno. L’area industriale di Salerno ha subito negli anni una lenta desertificazione. Quasi tutte le multinazionali hanno chiuso i battenti o hanno ridimensionato le attività. L’amministrazione sta puntando sull’urbanizzazione dell’area. Il rilancio del Pastificio Amato costituisce l’unica nota di positività.

Battipaglia. Secondo i sindacati rappresenta l’unica vera area industriale della provincia, con aziende come Nexans, Fos e Icoplastic, ma anche realtà dell’agroalimentare come Bonduelle e Finagricola. Tutte le aziende hanno risentito della crisi e qualcuna ha retto solo grazie al ricorso agli ammortizzatori sociali, con un incremento delle richieste di cassa integrazione del 900 per cento. I sindacati e la politica si stanno battendo per l’inserimento, da parte delle Regione Campania, della zona tra le aree di crisi. Sigle sindacalim sindaci ed amministratori dei Comuni di Battipaglia, Montecorvino Rovella, Campagna, Capaccio Paestum, Pontecagnano Faiano, Eboli hanno firmato un documento da sottoporre all’assessore regionale alle attività produttive Amedeo Lepore per l’inserimento di Battipaglia tra le aree di crisi.

Cratere. Secondo i sindacati, l’area del Cratere è da tempo un deserto. Dopo il terremoto, sono stati investiti mille miliardi di lire che le aziende del Nord hanno rapinato, insediandosi in modo fittizio per accedere ai finanziamenti, abbandonando l’area dopo i cinque anni previsti dalla legge. Oggi vi operano circa dieci aziende, soprattutto locali.

Cicerale. È un’area industriale dove sono ubicate due aziende legate al settore auto ed una meccanica collegata al settore aerospaziale. Le stesse hanno già utilizzato processi di mobilità, cassa integrazione e contratti di solidarietà.(f.p.)

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