I NOSTRI SOLDI

Sono 1.160 a Salernoi conti "dormienti"

C'è tempo fino a lunedì per presentarsi alla banca, altrimenti saranno confiscati dal ministero

In tutta la provincia di Salerno sono 1.160. Si tratta dei cosiddetti "conti dormienti", cioè quelli su cui non si registra più alcun movimento da almeno dieci anni. Ora questi conti, di cui non è stato reso noto l’ammontare degli importi, saranno "espropriati" dallo Stato se entro lunedì prossimo, 15 dicembre, i titolari non si faranno vivi. Da quel momento in poi le somme "dimenticate" in banca saranno requisite dal ministero delle Finanze e trasferite in uno speciale fondo di garanzia per finanziare la "carta acquisiti" e indennizzare i piccoli azionisti di Alitalia.
A correre il rischio di vedersi prosciugato il proprio conto corrente bancario dallo Stato sono oltre un milione di persone in tutta Italia, di cui 1.113 persone nella sola provincia di Salerno. Alcune di esse sono titolari di più conti e questo spiega la leggera differenza di cifre con il numero dei titolari. Non è escluso che nell’elenco, diffuso su internet dal Ministero e che pubblichiamo nelle due pagine che seguono, ci siano anche persone decedute. Questo spiegherebbe il perché da dieci anni non abbiano fatto alcuna operazione sul proprio conto. Può anche darsi che i titolari si siano trasferiti altrove, probabilmente anche all’estero, e che non si siano preoccupati di chiudere il conto bancario, forse anche perché le somme depositate erano irrisorie.
Nella casistica dei "conti dormienti" rientrano pure gli episodi di dimenticanza vera e propria, soprattutto se il titolare ha più conti correnti con diversi istituti. Le banche, comunque, negli ultimi mesi hanno inviato avvisi ai clienti interessati, invitandoli a "risvegliare" il proprio conto in banca, magari facendo un prelievo, oppure depositando altre somme, disponendo un bonifico verso terzi, o più semplicemente chiedendo una documentazione.
Nel caso di titolari deceduti, gli eredi e i parenti più prossimi hanno tempo fino a lunedì prossimo per attivarsi e fare in modo che i depositi del defunto non vengano prelevati dallo Stato. Per i titolari più sbadati, però, non tutto è perduto: per poter tornare in possesso delle cifre "espropriate" dovranno rivolgersi direttamente al ministero dell’Economia "entro il normale termine prescrizionale", che è di dieci anni.
Va precisato, per evitare che si diffondano allarmismi ingiustificati, che la condizione minima per avviare l’esproprio di un conto dormiente è che su di esso non si sia registrato alcun movimento volontario negli ultimi dieci anni, nemmeno un estratto conto. Escluse, quindi, tutte quelle operazioni automatiche come l’addebito Rid e altre forme di pagamento effettuate da terzi, come l’accredito dello stipendio o della pensione. Va anche detto che a metà agosto è scaduto un primo termine, che offriva però altri 4 mesi di paracadute, prima di poter inoltrare l’ultima chiamata alle banche. In conclusione, dopo il 15 dicembre le somme che non siano state reclamate da nessuno, confluiranno nel fondo sociale di garanzia.