Solofrana a rischio esondazioni Torna l’allarme a San Severino

Un residente ha riacceso l’attenzione con una lettera al presidente Mattarella e al Genio civile «Non si può attendere l’emergenza, il letto va pulito subito da terriccio, vegetazione e rifiuti»

MERCATO SAN SEVERINO. L’inizio della stagione autunnale ha creato subito apprensione alla popolazione di Mercato San Severino in merito agli eventuali fenomeni alluvionali che potrebbero verificarsi in caso di eccezionali piogge, che sul territorio comportano un rischio costante per il fiume Solofrana. A proposito un esponente delle forze dell’ordine, Salvatore Vitale, residente del posto, ha inviato una lettera alle alte cariche istituzionali tra cui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il commissario prefettizio straordinario del Comune di Mercato S. Severino, Fulvia Zinno, al Genio civile e a Vincenzo De Luca, per porre alla loro attenzione un problema che investe il territorio da molteplici anni.

La lettera tende a evidenziare, in particolare, l’esondazione che spesso si verifica in località Sant’Angelo, con il racconto di un episodio occorso lo scorso anno. «Nella notte tra il 28 e il 29 ottobre 2015 – si legge – una pioggia, leggera ma continua, innalzò la portata d’acqua del Solofrana. Però al mattino, tra le sette e le nove, la pioggia si fece più intensa: le acque del torrente, dapprima color marrone e poi nerastre e puzzolenti, crescevano paurosamente, trasportando detriti e rifiuti di ogni genere, soprattutto tronchi d’alberi e migliaia di canne».

In quell’occasione, le bocche dei ponti di via Marcello e di via Torrione, già in parte ostruite, non riuscirono a far defluire la piena, che ben presto esondò, invadendo le strade e i campi circostanti, che furono ricoperti da un alto strato di melma nera e maleodorante. Gravi danni subirono il ristorante di via Marcello, l’Euroflex spa, abitazioni private e un deposito di demolizioni in via Dogara. L’acqua allagò anche il giardino della casa canonica e il parroco, per la paura, subì un attacco cardiaco, venendo trasportato d’urgenza in ospedale. «Nei campi – denuncia Vitale – non è più cresciuto un filo d’erba. Evidentemente gli incoscienti conciari di Solofra scaricano nella Solofrana i veleni delle loro vasche di depurazione».

Poi un interrogativo. «Fino a quando – ha chiesto Vitale a conclusione della sua lettera – amministratori, magistratura e associazioni ambientali sopporteranno tanta violenza nel nostro territorio e sulle persone? Quando si muoverà il Genio Civile, cui spetta la competenza di pulire il letto del fiume, per buona parte ricoperto da terriccio, vegetazione e rifiuti? Deve per forza “scapparci il morto” perché si intervenga, dopo circa cinquant’anni di menefreghismo?».

L’invito è rivolto anche al commissario prefettizio Zinno allo scopo di sollecitare urgenti interventi di messa in sicurezza del Solofrana e di tutti i punti critici dove spesso si verificano esondazioni.

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