Solli: "Dilettantismonei teatri salernitani"

Critico l'attore napoletano che ha recitato con Eduardo e Troisi: "In questa città resiste una mentalità provinciale"

Salito quasi per caso sul palcoscenico con Eduardo De Filippo che cercava un sostituto per suo figlio Luca partito militare, Sergio Solli dal 1970 ha percorso una brillante carriera di attore sia in teatro quanto al cinema. Vanta all’attivo oltre cinquanta film, tra cui ben due con Massimo Troisi, tutte le pellicole di Luciano De Crescenzo, titoli di cassetta con i Vanzina e ancora film impegnati come "Pater familias" e "L’aria salata".
Sergio Solli è stato al Teatro Nuovo di Salerno per vestire i panni di "Pascariello" ne "La commedia del re buffone e del buffone re" di Luigi De Filippo.
«Il testo che De Filippo scrisse nel 1951- afferma Solli - sembrò all’epoca particolarmente rivoluzionario, in quanto anticipò il ’68 per suo contenuto che inneggiava a tutte le libertà, specie contro quella del potere costituito. Dopo 35 anni il testo è meno di rottura, ma grazie alla riduzione ed alla regia di Brancaccio, la commedia risulta molto più comica, più favolistica ed ha dei riferimenti all’attualità».
Napoletano doc, curriculum straordinario tra cinema e teatro, lei ha avuto la fortuna di lavorare con i due grandi geni del ’900 , Eduardo e Troisi. Può raccontarci qualcosa di Massimo?
«Il mio è un ricordo struggente e dolcissimo; sospendemmo la lavorazione del film in anticipo perché Massimo iniziò a non stare bene. Lui volle terminare il film a tutti i costi e dopo soli sette giorni ci lasciò per sempre».
Passiamo alle sue esperienze salernitane; sappiamo che lei conosce bene la città...
E’ dal 1974 che io ho iniziato a lavorare a Salerno, prima con la Schiavone, poi con Piastrella; praticamente sono ancora residente in città, mi considero salernitano di adozione. Ma la Salerno teatrale mi ha sempre chiuso le porte in faccia. Ho tentato molte volte di far crescere dei professionisti con i quali poi lavorare. Ma qui vige la regola che chi non è nato a Salerno non può andare oltre certi limiti e soprattutto la mentalità degli pseudo artisti non riesce mai ad emanciparsi. Questa è una città di dilettanti, non esiste una mentalità professionale, tant’è vero che nessuna compagnia salernitana è andata in cartellone nemmeno nella vicina Napoli. Io ho lavorato con Eduardo, Pupella Maggio e Pietro De Vico, con i quali ho più volte diviso la scena al Teatro Verdi».
Uno sguardo al futuro. Quali sono i suoi prossimi impegni?
«Tanta tv! Inizio una fiction televisiva, dal titolo "Medicina generale" tra pochi giorni, poi ancora una serie tv per la regia di Luca Manfredi ed una produzione cinematografica italo-tedesca».
Paola Primicerio