Soldi a Campania Libera, c’è l’inchiesta

La Procura della Repubblica sta indagando sull’utilizzo dei fondi destinati all’associazione a titolo di rimborso elettorale

La Procura di Salerno ha aperto un fascicolo d’inchiesta in merito ai rimborsi elettorali di cui ha usufruito la lista “Campani Libera”, che accompagnò la candidatura di Vincenzo De Luca alle regionali e successivamente alle amministrative per il Comune di Salerno. L’inchiesta, condotta dal pm Maurizio Cardea, è scattata in seguito alle denunce presentate da Fausto Morrone, e a seguito degli articoli pubblicati dal nostro quotidiano. L’ex consigliere comunale Morrone, raggiunto telefonicamente non ha voluto commentare, ma da quando si è appreso Cardea pare abbia già predisposto una serie di incontri per ascoltare, sull’argomento, quanti a diverso titolo hanno avuto a che fare con l’associazione presieduta da Francesco D’Acunto. Nei prossimi giorni infatti, pare saranno ascoltati tutti gli eletti nelle file di “Campania Libera” al consiglio regionale così come a quello comunale.

La vicenda. “Campania Libera” fece il suo “ingresso” in politica il 28 e 29 marzo 2010 a sostegno della candidatura alle regionali di Vincenzo De Luca. Costituitasi un mese prima del voto, durante quella campagna elettorale movimentò oltre un milione di euro. La lista contribuì alla sola elezione in consiglio di Gianfranco Valiante. Una lista civica che, ricorderemo, affiancava la coalizione di centrosinistra, tra cui il Partito democratico da quale ottenne 270mila euro. Ed ancora, a fronte dei voti ricevuti (oltre 69mila), “Campania Libera” intascò un rimborso di circa 604mila euro (come da articolo 8 della legge 2 gennaio 1997). Non solo, da privati circa 200mila euro e da enti circa 300mila euro. Per le stesse elezioni, il totale delle quote associative fu di 900euro. La stessa lista, sempre a sostegno di De Luca, questa volta però senza il Pd in campo, alle comunali l’anno dopo ottenne dal Partito democratico 75mila euro di rimborso. Ed ancora da enti circa 66mila euro e da privati circa 58mila euro. Ma come furono spesi i soldi? Alla regionali, tra viaggi, alberghi e rimborsi si spese circa 37mila euro, la fetta più consistente invece andò via per propaganda e comunicazione (916mila).

La denuncia. L’ex numero uno della Cgil Campania, Morrone a seguito di alcune dichiarazioni rese dal presidente D’Acunto sull’utilizzo dei fondi ad unico sostegno del sindaco, scrisse alla Corte dei Conti e alla Procura per sapere come mai se il sindaco «sarebbe l’unico fruitore dei fondi li avrebbe utilizzati (almeno per la parte di rimborsi pubblici 600mila euro) per la sua campagna elettorale. Appare, invece, dalla lettura della dichiarazione di legge, consegnata da De Luca, al Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte di Appello di Napoli, che le spese del candidato medesimo per le elezioni regionali del 2010 ammontano complessivamente a euro 18.562,38»?

Nessuno sapeva niente. All’alba dei prima articoli di giornale, gli eletti si affrettarono a comunicare non solo di non aver percepito alcun rimborso per la loro campagna elettorale, ma in molti casi di non essere a conoscenza che la lista fosse collegata ad una associazione che aveva fatto richiesta di rimborsi. Valiante su Facebook, si affretto a scrivere»: «Nessuno di noi ha percepito un centesimo. Le rispettive campagne elettorali sono state fatte con risorse esclusivamente proprie». E così fecero anche i consiglieri comunale Luciano Provenza e Antonio D’Alessio.

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