Soldato ucciso dall’uranio impoverito

Un tumore ha provocato il decesso del caporal maggiore Gennaro Giordano. Il 31enne era nato a Mercato San Severino

MERCATO SAN SEVERINO. È la 331esima vittima dell’uranio impoverito. Gennaro Giordano, 31 anni, originario di Marcato San Severino ma, da tempo, residente a Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo, è morto proprio per le conseguenze dell’esposizione alla sostanza altamente cancerogena.

Una strage silenziosa, che sta colpendo tantissimi soldati italiani che sono stati inviati in missioni di pace dal Kosovo all’Afghanistan, passando per l’Iraq.

Militari che hanno bonificato aree bombardate dai missili statunitensi, senza le necessarie precauzioni, perché, a quanto pare, nessuno li aveva avvertiti del pericolo.

E, così, l’elenco listato a lutto diventa sempre più cospicuo. L’ultimo della lista è proprio Giordano, che era di stanza alla caserma Perotti di Fossano, con il grado di caporale maggiore scelto del I Reggimento artiglieria da Montagna.

Il tumore era stato diagnosticato all’uomo lo scorso ottobre. Inutili sono state le terapie e il 31enne è deceduto domenica sera a Pavia, presso l’ospedale San Matteo, dopo l’aggravamento delle sue condizioni.

Lascia la moglie Enrica, la figlia Matilde di soli 4 anni, la madre Carmela e le sorelle Rossella ed Emanuela. Dopo i funerali, che sono stati celebrati ieri in Piemonte, oggi Giordano sarà ricordato pure nel suo paese natio, con una messa che si terrà presso la chiesa di San Giovanni a Mercato S. Severino.

«Solita storia, solito abbandono, solito atteggiamento volto a nascondere anche la morte di un trentunenne che - osserva Domenico Leggiero, dell’Osservatorio militare - ribadisce, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che i militari continuano a morire ed altri ne moriranno se non si corre ai ripari».

«La speranza - prosegue- ora è riposta nella Commissione parlamentare di inchiesta che, scevra da ogni condizionamento, viene egregiamente pilotata dal presidente Scanu nel percorso che, molto presto, potrebbe portare alla luce ulteriori situazioni di una pericolosità da molto tempo nascosta, non solo per i teatri operativi, ma anche per quei poligoni italiani in cui viene esploso un terzo dell’armamento utilizzato per addestramento da tutta la Nato: i poligoni della Sardegna».

«È un appello questo - conclude Leggiero - all’intero mondo politico: auspichiamo una richiesta di chiarezza da parte di tutto l’arco parlamentare al ministro Pinotti».

Di recente a una famiglia di un soldato deceduto a Nocera è stato riconosciuto un corposo indennizzo.

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