IL CASO

Soccorso Amico, “conto” da 1 milione

È quanto ha chiesto all’Asl l’associazione di volontari per lasciare i locali di via Clark. Si allungano i tempi per l’ospedale

SALERNO - Soccorso Amico presenta il “conto” all’Azienda sanitaria locale. E chiede un milione e 132mila euro per lasciare i locali di via Clark, dove dovrebbe sorgere l’ospedale di comunità. Somma considerevole che, però, secondo l’Associazione umanitaria e filantropica - costituita da 150 volontari, che opera gratuitamente e svolge attività di pronto soccorso, assistenza socio-sanitaria, didattica, scientifica, culturale, ricerca, scambio con l'estero, Protezione civile – non corrisponde altro che alle “spese sostenute per il ripristino statico del bene”. Il contenzioso tra Soccorso Amico e Asl, dunque, da sommario di cognizione diventa ordinario. Che, tradotto in soldoni, a meno che non si trovi un accordo, significa che la querelle si trascinerà, dunque, per lungo tempo. Una vera e propria jattura per l’Asl, in quanto, come mette in risalto la stessa Azienda sanitaria, “l’immobile, oggetto della procedura di rilascio, è stato destinato alla realizzazione dell’Ospedale di comunità, Casa di comunità e Centrale operativa territoriale”. Strutture sanitarie che saranno realizzate “con finanziamenti Pnrr (e, pertanto, a breve scadenza) per un importo complessivo di oltre 4 milioni di euro ed avranno una importanza strategica per la sanità pubblica locale”. Tant’è che attualmente “è in corso l’affidamento della progettazione di tali strutture che saranno realizzate in tempi brevi”.

Il contenzioso tra Asl e Soccorso Amico. La “battaglia” legale prende il via dalla delibera dell’ex dg dell’Azienda sanitaria, Mario Iervolino , con cui fu dato mandato all’avvocato Raffaele Alghiri di mettere in capo tutte le azioni necessarie per la citazione in giudizio dell’Associazione salernitana “al fine - si legge nell’atto di incarico - di ritornare in possesso di locali in via generale Clark di proprietà dell’Asl”. La palazzina dove ha sede l’associazione fu concessa a “Soccorso Amico” in comodato a titolo gratuito. Nel contratto tra le parti si stabilì anche che la durata era di 5 anni e che, in mancanza di espressa disdetta, il rapporto si sarebbe rinnovato automaticamente. Il 9 maggio del 2018 l’allora direttore generale dell’Asl, Antonio Giordano , formalizzò la disdetta del contratto richiedendo il conseguente rilascio dell’immobile entro il 21 gennaio del 2021. Prima della scadenza, il 9 novembre del 2021, l’associazione però comunicò l’indisponibilità a provvedere a quanto richiesto. Successivamente, fu avviato un tentativo di mediazione che ha avuto esito negativo e che ha portato inevitabilmente le parti dinanzi a un giudice del Tribunale.

La difesa di Soccorso Amico. L’Associazione per lasciare i locali, però, chiede il risarcimento. Che non è altro, a suo dire, l’ammontare delle spese sostenute per rendere idonei i locali. Perché, come sostiene Soccorso Amico, quando venne in possesso dell’immobile era in condizioni a dir poco fatiscenti. E sono stati proprio i volontari guidati da Pippo Satriano a riqualificarlo, pagando i lavori con cambiali, lasciando a garanzie le loro case. Soldi pesi per rendere la sede funzionale, con tecnologie all’avanguardia e organizzate con un’efficienza studiata anche all’estero: dalle prime moto mediche in Europa alla telemedicina, alla trasmissione delle immagini e dati del paziente dai mezzi di soccorso alla centrale operativa, diventando tra i primi ad avere un elicottero e perfino un gruppo di soccorritori paracadutisti.

(g.d.s.)