Smaltimento dei liquami Un aiuto agli allevatori

Sarà possibile costruire nuovi paddock per tenere al coperto gli animali La novità in un aggiornamento del regolamento edilizio di Capaccio Paestum

CAPACCIO PAESTUM. Smaltimento dei liquami prodotti dalle aziende bufaline: previsto un aggiornamento al regolamento edilizio comunale, che consentirà la possibilità agli allevatori di costruire nuovi paddock per lo stanziamento degli animali. L’aggiornamento sarà portato al vaglio del Consiglio comunale, che si svolgerà il prossimo 20 aprile.

Si tratta di una modifica molto importante per la categoria. Il problema dello smaltimento dei reflui sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti, e crea disagi notevoli per gli allevatori. E, non manca chi, per risolvere il problema, viola tutte le normative ambientali, scaricando i reflui nei corsi d’acqua, non avendo la disponibilità dei terreni necessari dove effettuare lo spargimento. Fino ad oggi, la costruzione dei paddock, con il conseguenziale ampliamento delle aziende bufaline, non è stato possibile. Con la modifica al regolamento le strutture non comporteranno un aumento della volumetria, e con la richiesta di una necessaria autorizzazione, potranno essere costruite nel rispetto del piano aziendale e di determinati parametri. Come, ad esempio, bisognerà valutare il numero di capi presenti in azienda e la disponibilità dei terreni per lo smaltimento dei reflui.

La stessa regolamentazione si applica anche per gli interventi di efficientamento energetico, come l’installazione di pannelli solari che non faranno volumetria. Il regolamento prevede questa opportunità solo per le aziende bufaline. Da qui la richiesta della Commissione di pianificazione territoriale di estendere la possibilità di costruire nuovi paddock anche alle altre tipologie di allevamenti da quelli ovini ai bovini comunque diffusi sul territorio comunale.

«Ora la normativa – spiega il consigliere comunale, Maurizio Paolillo, componente della commissione di pianificazione territoriale – consente di procedere in questa direzione dando la possibilità agli allevatori che, in questo modo, diminuiranno il quantitativo di reflui prodotti e il carico pluviale, l’acqua non si mischierà con il letame».

Per capire quanto grave sia il problema dello smaltimento, basta pensare che la legislazione europea (direttiva nitrati) fissa la quantità di liquami spandibile su terreno in 170 chili annui per ettaro. Quindi per spandere le circa 3000 tonnellate di letame prodotto ogni anno negli allevamenti capaccesi, occorrerebbero 17.000 ettari di terreno coltivabile. Ma Capaccio ne possiede soltanto 5.169 utili. Il rischio è l’inevitabile riduzione dei capi bufalini con gravissime ricadute sull’economia locale.

Nella città dei Templi vivono più bufale che residenti. A Gromola e Foce Sele insiste il 60 per cento dei capi. Un segmento della filiera agro-alimentare rappresentato da 146 aziende zootecniche, che posseggono 24.738 capi, di cui 2.324 bovini (pari al 9,39 per cento del totale) e 22.414 capi bufalini (pari al 90,615 per cento). Per tutte le aziende il Comune ha realizzato una carta tematica con i capi bufalini e bovini presenti nelle stesse, dislocate sul territorio.

Angela Sabetta

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