piazza cavour

Slitta la conferenza per i parcheggi interrati

Slitta la conferenza di servizi per il progetto che prevede la realizzazione di 236 posti pubblici e 90 box privati nel sottosuolo di piazza Cavour, sul lungomare Trieste. A richiederlo, la nuova...

Slitta la conferenza di servizi per il progetto che prevede la realizzazione di 236 posti pubblici e 90 box privati nel sottosuolo di piazza Cavour, sul lungomare Trieste. A richiederlo, la nuova soprintendente Francesca Casule. L’ex numero uno dell’organismo cagliaritano del Mibac, ha infatti indirizzato una nota all’amministrazione comunale, chiedendo di posticipare la riunione, in considerazione della delicatezza della materia da trattare e della sua recentissima venuta a Salerno. Il nuovo soprintendente, infatti, si è insediato da una settimana e ancora non ha avuto il tempo materiale di analizzare i progetti ed i complessi iter giudiziario-burocratici, che li hanno finora accompagnati. Il responsabile unico per il procedimento di Palazzo di Città Angela Magliacano, ha accolto la richiesta, dicendosi disponibile per un nuovo incontro da fissare il 14 o il 21 aprile. In ogni caso, l’iter è ormai pronto a ripartire dopo l’ultima sentenza del Consiglio di Stato che, di fatto, ha ribaltato la pronuncia del Tar, accogliendo il ricorso dell’associazione d’imprese guidata dal gruppo Andreozzi. La questione è aperta, perché lungi dal definire nel merito la valutazione negativa della Soprintendenza, Palazzo Spada ha chiesto all’ente di via Tasso di esprimere un nuovo parere che almeno eviti di essere «immotivato e contradditorio» come il precedente. Nei giorni scorsi il presidente del gruppo Figli delle Chiancarelle, Vincenzo De Simone, ha indirizzato una nota alla Procura e al nuovo soprintendente, che dovrà esprimersi sul progetto modificato dai costruttori, valutando la compatibilità ambientale con le prescrizioni imposte da un vincolo indiretto, quello posto a tutela del prospiciente Palazzo Sant’Agostino. Il gruppo nato su Facebook, ricorda che proprio in virtù di questa tutela, l’area del lungomare, potrà essere interessata solo da opere di modesta entità che prevedono la manutenzione ed il restauro dei beni esistenti. Dunque, sottolineano, qualunque intervento appare incompatibile perchè comporterebbe un aggravio delle condizioni ambientali dell'impianto di verde esistente e precluderebbe la riqualificazione dell’area. (b.c.)

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