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Slitta il bando per la richiesta di esproprio

La richiesta di esproprio del Comune al curatore fallimentare delle ex Arti Grafiche Di Mauro sta implicando un ritardo nell’emanazione del bando per la vendita dell’area ad un’asta fallimentare. A...

La richiesta di esproprio del Comune al curatore fallimentare delle ex Arti Grafiche Di Mauro sta implicando un ritardo nell’emanazione del bando per la vendita dell’area ad un’asta fallimentare. A segnalarlo sono gli ex dipendenti del poligrafico, che nutrono la speranza di essere assunti dall’attività produttiva che acquisterà lo stabile.

In particolare a spiegare la problematica è stato il rappresentante Rsu dell’ex Di Mauro, Aniello Siani. «A settembre – ha detto – il Comune ha chiesto l’esproprio di una pare del giardino del poligrafico per allargare la strada che costeggia lo stabile, denominata Traversa Di Mauro; su questa via, infatti, vuole realizzare un doppio senso di marcia». Questo ha implicato, come conseguenza diretta, lo slittamento per due volte del bando di vendita all’asta fallimentare. «L’asta è saltata sia a novembre che lo scorso febbraio – ha sottolineato Siani – perché il curatore, a causa della richiesta di esproprio del Comune, non sa ben definire i metri quadrati che devono essere venduti. Nessun potenziale acquirente, dunque, si affaccia alla sezione fallimentare del tribunale per comprare l’area».

Secondo il sindacalista questo ha ripercussioni sugli ex lavoratori del poligrafico che sperano di essere assunti nella nuova realtà produttiva che prenderà il posto delle Arti Grafiche. «Anche la speranza di un nuovo lavoro per noi si allontana parallelamente al dilatarsi dei tempi dell’asta – ha concluo Siani – e questo per noi è un grande danno soprattutto perché gli ex dipendenti, che sono in tutto una quarantina, si trovano in una situazione economica davvero drammatica. Per ora, infatti, non possono contare neppure su un minimo sussidio, prima derivante dal contratto per i lavoratori socialmente utili che a tutt’oggi non è stato ancora prorogato».

Alfonsina Caputano

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