LA MOBILITAZIONE

Sit in degli addetti Treofan, Natale nell’area industriale a Battipaglia

Lo stabilimento potrebbe chiudere e 78 famiglie rischiano di finire per strada

BATTIPAGLIA - È la sera di un freddo sabato pre natalizio, del giorno che precede l’antivigilia. C’è chi prenota in pizzeria e c’è chi I infila in auto per andare ad ammirare le luci d’artista: in una famiglia, di questi tempi, è consuetudine. Fino all’anno scorso, pure per molte delle 78 famiglie battipagliesi che gravitano attorno alla Treofan, il colosso che produce film in polipropilene, certi momenti erano ordinaria amministrazione; quest’anno no. Quest’anno il rischio di una smobilitazione dello stabilimento in viale delle Industrie ha mutato ogni cosa. Ed è per questo che alle 21 e 30 del sabato sera, il 22 di dicembre, le famiglie dei 78 lavoratori di Treofan non si ritrovano in un ristorante: stanno lì, in zona Asi, all’interno di quello stabilimento. È l’ennesimo sit-in. Tra le mani stringono uno striscione: “1968-2018, 50 anni di storia, non finirà così…”. Ci sono i dipendenti con le mogli, i mariti, i figli: i sogni e le speranze di quei bimbi dipendono da una spunta verde o da una x rossa che qualche alto funzionario disegnerà sulla mappa degli stabilimenti. Sono tutti in posa, dietro a quello striscione: scattano una fotografia che finisce sui pc dei vertici di Jindal, la multinazionale indiana che a cifre irrisorie (500mila euro e l’accollo di un mutuo) ha acquistato la Treofan Europe, con gli stabilimenti di Battipaglia, Terni e Neunkirchen, in Germania, dalla Management & Capitali di Carlo De Benedetti. “We are still here”, siamo ancora qui, scrivono i lavoratori battipagliesi a corredo della foto trasmessa a Manfred Kaufmann, CEO di Jindal, e alle alte sfere del colosso indiano. «Il sabato che anticipa il Natale dovrebbe essere una giornata serena, ma per noi non è così», scrivono i lavoratori.

Carmine Landi