L'INCHIESTA

"Sistema Salerno": le coop poco solidali

Il “cartello” spiegato nel dettaglio da Zoccola negli interrogatori

 

SALERNO - Ditte in grado di produrre profitti e capaci di andare oltre il senso solidaristico per cui sono nate. Le coop sociali finite nel ciclone delle inchieste della Procura di Salerno erano delle società di fatto. Lo evidenzia il lavoro portato avanti dalla polizia giudiziaria coordinata dai pm Guglielmo Valenti ed Elena Cosentino nell’ordinanza firmata dal gip Gerardina Romaniello: in tante pagine del documento, infatti, vengono evidenziate le incongruenze delle attività accertate dai consulenti della Procura che nelle verifiche hanno evidenziato «l’insussistente scopo mutualistico» e un’azione imprenditoriale «come una normale società lucrativa». Ipotesi che conferma pure Vittorio Zoccola, il presunto “dominus del cartello” che evidenzia la questione raccontando pure come esponenti politici e funzionari del Comune fossero a conoscenza dei “meccanismi” in grado di produrre utili.
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