«Sindaca, fa caldo». Chiuso il Comune 

A Palazzo di Città manca la climatizzazione e la Francese ordina: «Stop alle attività pomeridiane da domani a fine agosto»

Fa troppo caldo: il Comune di Battipaglia chiude i battenti. Nel 2018, a Palazzo di Città, di pomeriggio ci si ritrova costretti alla serrata perché manca la climatizzazione. Un impianto c’è, ed è costato la bellezza di un milione di euro di soldi pubblici, ma è scandalosamente inattivo. E così, alla metà di un afosissimo luglio, per 44 giorni Cecilia Francese impone lo stop alle attività pomeridiane comunali. Per il terzo anno di fila.
L’ordinanza. “La sindaca ordina la sospensione dei rientri pomeridiani relativamente agli uffici comunali ubicati a piazza Aldo Moro e a via Plava”: è ciò che si legge nell’ordinanza sottoscritta dalla Francese e dai dirigenti Carmine Salerno e Caterina Iorio. Il 13 luglio, sulla scrivania della sindaca, era finita una nota firmata proprio da Salerno, dirigente dell’area tecnica e datore di lavoro: una relazione sulle condizioni microclimatiche dell’Ente, redatta dall’ingegnere sulla scorta delle segnalazioni arrivate dal responsabile del Servizio prevenzione e sicurezza dell’Ente.
“Con la nota - scrive la prima cittadina - si evidenzia il grave disagio termico che gli impiegati sono costretti a subire a causa delle elevate temperature, in particolare nelle ore pomeridiane”. Si boccheggia pure nella sede distaccata di via Plava: “Tutti gli uffici comunali sono privi di impianto di climatizzazione, non attivato né collaudato”. Da qui l’invocata sospensione temporanea delle attività pomeridiane. E così, “al fine di tutelare la salute dei lavoratori”, da domani al 31 agosto, alle 14 in punto, sarà fuga dalle roventi sedi municipali, “interdette all’accesso per dipendenti ed utenti”. Per il terzo anno di fila. Le ore di lavoro dissolte dal solleone di luglio e agosto andranno recuperate tra settembre e novembre.
Lo scandalo. A Palazzo di Città c’è un impianto avveniristico: si tratta di un trigeneratore, che dovrebbe climatizzare la casa comunale sfruttando i vapori delle acque reflue prodotte per generare energia, ma ancora oggi, nove anni dopo il via libera della giunta, non è in funzione. Servirebbero altri interventi, ma non sarebbero economicamente vantaggiosi. Quel che è certo è che la collettività continua a pagare i quattrini della bolletta del gas per un impianto inutilizzato. In passato la sindaca, critica sull’argomento, aveva spiegato che, per farlo partire, «andrebbe installato un altro rigeneratore che, per funzionare, sprecherebbe il settanta per cento dell’energia». Un imponente macchinario, costato più d’un milione d’euro e mai completato a causa della bufera giudiziaria che nel 2013 travolse l’ex sindaco Giovanni Santomauro e la Guida srl, la società che s’era aggiudicata il più ampio lotto di lavori di completamento della casa comunale. La Guida aveva affidato la realizzazione del trigeneratore in subappalto alla Sauter spa, che nel 2013, dopo l’arresto dell’ex primo cittadino, interruppe i lavori. A novembre 2014 i commissari straordinari avevano sottratto alla Guida i lavori di completamento della casa comunale: stanziarono dei fondi affinché Sauter e Riello collaudassero e mettessero in funzione un impianto che, di questi tempi, non serve a nulla. Neppure a tenere aperto il portone.
Carmine Landi
©RIPRODUZIONE RISERVATA