storie emigranti

Simone, da Salerno al podio di Londra

Direttore d'orchestra e professore a Cambridge, le sue composizioni sono eseguite in tutto il mondo

SALERNO. L’Italia può vantare un’impareggiabile tradizione di musica classica, con compositori che hanno fatto la storia sin dai tempi di Antonio Vivaldi e Giuseppe Verdi, per arrivare ai contemporanei Ennio Morricone e Nicola Piovani, vincitori del premio Oscar, e direttori d’orchestra del calibro di Riccardo Muti e del compianto Claudio Abbado. Alle loro spalle si sta affermando in tutto il mondo una nuova generazione di talenti; tra di loro c’è il trentunenne salernitano Simone Spagnolo, pluripremiato compositore, direttore d’orchestra ed insegnante di Teatro Musicale presso la “Anglia Ruskin University” di Cambridge, che descrive così il processo creativo che sfocia nella composizione di un brano musicale.

«Comporre è un processo principalmente intellettuale, o almeno è così che io l’affronto. È difficile parlare di musica e sensazioni in quanto queste si incontrano in luoghi intimi, a un livello quasi sempre soggettivo – spiega Spagnolo – Quando compongo cerco di operare in termini metaforici, nel senso che modello le melodie e le armonie tentando di rappresentare idee, più che sensazioni. Ciò che cerco di fare, attraverso i miei brani, è di stimolare pensiero e immaginazione». Diversa ma complementare la figura del direttore d’orchestra. «Colui che dirige rappresenta fisicamente il gesto musicale, per sua natura invisibile: lo traspone attraverso il movimento. Quando dirigo cerco di rappresentare, attraverso i miei gesti, quelle idee e immagini che la musica evoca».

La formazione. Simone Pagnolo iniziò a studiare musica sin da bambino, spronato dalla madre. «Alternavo studi classici e jazz, principalmente al pianoforte. Intorno ai diciott’anni, ho approfondito lo studio della composizione e dell’orchestrazione. Insomma, un percorso di studi abbastanza tradizionale. Dopo il liceo scelsi di trasferirmi a Londra, metropoli multiculturale e cosmopolita aperta a tanti stimoli culturali, artistici, e creativi. Una città nella quale si può assistere, senza interruzioni, al sorgere di idee e fenomeni innovativi. Ho frequentato a Triennale alla “Middlesex University” e il Master con dottorato al “Trinity Laban Conservatoire of Music and Dance”, specializzandomi in composizione per opera e teatro musicale contemporaneo».

I riferimenti. Numerose sono le fonti di ispirazione dalle quali trarre spunti per una nuova composizione, dalla musica al teatro passando per letteratura e filosofia. «I miei punti di riferimento sono quegli autori che, attraverso i loro lavori, riescono a stimolare l’intelletto e l’immaginazione. Tra le personalità per me più interessanti cito Igor Stravinsky, Luciano Berio, Italo Calvino, Julio Cortazar, Slavoj Zizek, Michel Foucault, Zigmund Bauman, ma anche Philip Glass, Paolo Sorrentino e Dario Fo».

I lavori. Simone Spagnolo ha composto musica per concerti, teatro, balletto, opera e film, e i suoi brani sono stati eseguiti in tutto il mondo, in scenari prestigiosi quali l’Istituto di Cultura Italiana a Londra, il teatro “Aratani” di Los Angeles, il teatro “Kong’s Yuen” di Hong Kong, e all’interno di festival come il “London’s Royal Festival Hall” e il “Pennsylvania’s Great Lakes Film Festival”. Inoltre, ha all’attivo tre album, disponibili sulle piattaforme Spotify e iTunes: la colonna sonora del film “Closure”, “Mir Fabergè” e “Silenzio”, quest’ultimo per arpa sola. «Al momento sto completando la partitura di una nuova opera da camera intitolata “The Colour Blue”, per quattro cantanti, due pugili, e quattro strumenti. È un brano sperimentale – puntualizza – sia nell’estetica che nella tematica. Sono inoltre impegnato nell’organizzazione di performance dei miei brani: a fine gennaio e ad aprile verrà eseguito un mio pezzo per arpa sola a Hong Kong, mentre a fine marzo è in programma un breve spettacolo di teatro musicale sperimentale intitolato “Even you, lights, cannot hear me”, che si terrà in Inghilterra». In aggiunta, Simone tornerà in Italia, a Pescara, la prossima primavera per tenere un discorso sul tema “Il tempo e le storie infinite del teatro musicale”, nella cornice del “TEDx”, un evento che rientra nel programma internazionale TED, che ha come obiettivo l’aggregazione delle menti più brillanti e la diffusione di idee innovative.

I riconoscimenti. Ha ricevuto numerosi premi per la sua attività compositiva; l’ultimo, in ordine di tempo, gli è stato consegnato nel 2014 a Londra dalla “Hinrichsen Foundation”. «Ma la soddisfazione più grande è stata la performance di un mio brano per tenore e orchestra, eseguito dall’Asia America Symphony Orchestra diretta dal maestro David Benoit, all’Aratani Centre di Los Angeles – sottolinea il compositore – Gli album di Benoit sono stati un mio punto di riferimento da ragazzino, e il brano che eseguirono in quell’occasione vinse poi il premio Asia America Symphony Orchestra Composition 2009».

Salerno. Stabilitosi da anni a Londra, torna sporadicamente nella sua città. «Vorrei però rafforzare i legami con Salerno e, magari, presentare in futuro una dei miei brani al teatro Verdi». Un’occasione da prendere al volo. 

©RIPRODUZIONE RISERVATA

(Le storie di Roberto Paciullo,Caterina Vernieri, Dario Socci,Giacomo Vezzo, Luca Galdi, Andrea Giuseppe Melillo, Adele Amato, Eleonora Pierro e Simone Tortoriello sono state pubblicate, rispettivamente, il 14,il 20, il 27 novembre, il 5, il 12, il 19 dicembre, il 24 dicembre 2016, il 2 e il 9 gennaio 2017).