Silenzio di Renzi sull’ennesima grana del suo governatore

Il premier attacca la “sinistra” e fa melina sui fatti di Napoli Il ministro Orlando preoccupato: «Vicenda non esaltante»

SALERNO. Nella e-news settimanale il premier Matteo Renzi si occupa della neonata sinistra e un po’ meno dei panni sporchi in casa sua. Nessun tweet e un silenzio che oramai dura da almeno 48 ore dopo l’esplosione del caso De Luca. Un silenzio che imbarazza ma che al momento regge sulle attese di “giustizialismo” anti-deluchiano, che pure nei democrat serpeggia. Un Partito democratico che sembra voler proteggere la sua “pecorella smarrita” prima di calare la scure modello “Marino”. L’unico a dirsi preoccupato è il ministro Orlano che spiega: «Per quello che si capisce si tratta di una vicenda non esaltante ma sarei cauto nel tirare delle conclusioni».

Ma fino a che punto Renzi difenderà De Luca? Fino a che punto il partito vorrà fare una «battaglia di trasparenza» con De Luca? Ed ancora, cosa accadrà nel Pd nazionale già tormentato dalle vicende capitoline? Quanto questo episodio riverbererà sulle amministrative di Napoli? Insomma un asse tra Roma e il capoluogo campano che nuovamente si ripresenta nelle stanze del Nazareno e non solo, a sei mesi dalle elezioni regionali che si erano trascinate polemiche e veleni in una lunghissima coda. «Non ho ovviamente elementi ulteriori e diversi rispetto a quelli riportati dai giornali - dice il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino - Fino a prova contraria valgono le dichiarazioni di totale estraneità rese dal presidente De Luca». Non tutti reggono il gioco al premier. Gli anti renziani di ReteDem, ad esempio, alzano il tiro con il senatore Sergio Lo Giudice chiedendo, per la Campania, di valutare «l’ipotesi di un commissariamento: in altre situazioni il Pd nazionale è intervenuto per molto meno. Non può essere questo il gruppo dirigente che dovrà accompagnare Napoli alle prossime amministrative». Per Lo Giudice, il “caso De Luca” «è l’ennesima notizia di una indagine della magistratura che tocca il presidente Pd della Regione Campania e dirigenti regionali di primissimo piano del partito». Per questo, aggiunge «si impone lo stato di massimo allarme e l’adozione di misure straordinarie che siano argine insuperabile alla corruzione e alla illegalità per il Pd». Una situazione, aggiunge il senatore per la quale è necessario convocare «una direzione nazionale in cui si affrontino i temi legati alla gestione del partito sul territorio oltre che alla definizione delle candidature democratiche e delle alleanze poitiche in vista delle prossime elezioni amministrative». Storce il naso anche la deputata Valeria Valente per la quale «è evidente che quanto accaduto, indipendentemente dagli esiti, rischia oggi di penalizzare seriamente il Pd, rendendo ancora più difficili le sfide elettorali che sono davanti a noi. Penso, dunque, che il vero punto politico da sciogliere in Campania, chiami direttamente in causa il Partito democratico». Necessario per la Valente che «il partito recuperi un profilo politico serio e autonomo, profilo che, purtroppo, il Pd ha offuscato a livello territoriale». Il contraltare ai gufi è una nota della segreteria del Pd metropolitano: «La vicenda giudiziaria che ha interessato il presidente della nostra Regione non deve rallentare l’opera avviata». E “difende” il governatore, evitando bordate, anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris: «Sono fatti gravi, da seguire con molta attenzione, ma senza dare giudizi affrettati che sono sempre scorretti e pericolosi» dice il primo cittadino, aggiungendo l’auspicio che «ci sia chiarezza in tempi brevi perché è una brutta vicenda con un’ombra molto brutta che si annida, tra l’altro, su fatti recentissimi». Infine, «piena fiducia in Vincenzo De Luca e nell’operato della magistratura» arriva anche da Scelta civica.©RIPRODUZIONE RISERVATA