Sicurezza a pagamento anche per le processioni 

La presenza dei vigili avrà dei costi se non c’è l’intervento formale del Comune Lamberti e Senatore critici: «Così si fa discriminazione tra i vari eventi religiosi»

Anche le manifestazioni di carattere religioso, riti, processioni e pellegrinaggi saranno tenute a pagare i servizi resi dai vigili urbani, qualora necessari per il controllo sulla sicurezza e la fluidità della circolazione veicolare, a meno che non presenzi l’amministrazione.
È quanto previsto dalle modifiche al regolamento della Polizia Locale. Un provvedimento, quello disposto da Palazzo di Città negli ultimi giorni, che si adegua alla legge nazionale entrata in vigore lo scorso giugno. In sostanza si equiparano gli eventi ecclesiastici a vere e proprie manifestazioni di carattere privato e come tali bisognerà pagare gli oneri annessi al coinvolgimento delle autorità. Come prevedibile le modifiche al regolamento hanno scatenato un vespaio di polemiche che l’amministrazione ha provato a sedare prevedendo, con apposito emendamento, i casi eccezionali nei quali nessun corrispettivo verrà chiesto alle parrocchie qualora prendano parte alle processioni rappresentanti del Comune provvisti di gonfalone o fascia tricolore.
Ma se l’intento era di cercare in qualche modo di non ledere il sentimento religioso dei cittadini, l’esito ha portato a tutt’altri scenari. Proprio in merito all’emendamento che disciplina i casi eccezionali si sono scatenate le polemiche maggiori da parte di diversi esponenti della minoranza. Tra questi, soprattutto, i consigliere Armando Lamberti e Pasquale Senatore.
«Non è possibile paragonare le processioni religiose ad altre manifestazioni private – ha incalzato Lamberti – Questo tipo di atteggiamento è punitivo del sentimento religioso e creerà sicuramente delle disparità di trattamento. Allora la processione in una frazione che avviene senza il gonfalone deve pagare e l’altra che avviene con il gonfalone non deve pagare? La processione religiosa è tale punto e basta».
Una “discriminazione” paventata anche da Senatore. «Al di là delle manifestazioni religiose – spiega il consigliere – ci potrebbero essere favoritismi anche verso altre associazioni. Resta sempre a discrezione dell’amministrazione partecipare o meno a determinati eventi».
A quanto pare solo Servalli è riuscito a mediare le varie posizioni e sedare gli animi. «A conti fatti – ha spiegato il sindaco – non c’è una processione o manifestazione religiosa a cui non prenda parte io, il vicesindaco o un consigliere comunale di riferimento di quella determinata frazione. Il problema della discriminazione, dunque, non si pone. Altra cosa è ovviamente quando i parroci creativi che animano le loro comunità organizzano concerti e spettacoli di intrattenimento, lì centra poco o niente la manifestazione religiosa e il servizio dei vigili bisogna pagarlo».
Giuseppe Ferrara
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