IL CASO

Sicignano-Lagonegro, spariscono i binari

Nel tratto di Auletta maxi furto lungo la linea ferroviaria chiusa al traffico dal 1987: rubati 300 metri di rotaie e traversine

AULETTA - Mentre gli ingegneri studiano per la riattivazione intanto la ferrovia Sicignano - Lagonegro sta “sparendo”. Sembra incredibile, ma è proprio quello che sta accadendo nel tratto della linea ferroviaria che attraversa i comprensori del Vallo di Diano e del Tanagro e chiusa al traffico dal 1987. Nei giorni scorsi alcuni escursionisti durante una giornata di trekking, lungo quella che una volta era la linea ferroviaria che collegava la provincia di Salerno con la Basilicata, hanno scoperto che dal tratto che attraversa il comune di Auletta erano spariti circa 300 metri di binari: rotaie e traversine svanite nel nulla, restano soltanto i loro supporti. Inizialmente si pensava fosse stata una rimozione disposta dalla società che si occupa della gestione delle reti ferroviarie in Italia, ma così non è stato: i binari sono stati rubati e chi lo ha fatto non appare come uno sprovveduto perché la rimozione è stata portata a termine a regola d’arte e tutto il materiale ferroso caricato su un camion per essere portato via al fine certamente di essere rivenduto a qualche azienda che si occupa della raccolta di rottami metallici.

Sono in corso le indagini da parte dei carabinieri per cercare di risalire all’identità degli autori del furto anche se non sarà facile visto che la zona dove sono stati rimossi i binari è nascosta da una fitta vegetazione e pare non vi siano telecamere di videosorveglianza nei pressi che potrebbero aver ripreso il passaggio dei ladri o del mezzo pesante su cui sono stati caricati. Alcuni dei binari rubati sono stati ritrovati dai carabinieri e restituiti a Ferrovie dello Stato. Non è il primo caso di smantellamento della linea ferroviaria. In questa circostanza si è trattato di un furto, invece nel 2018 c’era stata la rimozione, autorizzata, di due ponti in ferro nel tratto che attraversa il comune di Padula. Eppure nelle scorse settimane però è stato ufficializzato il conferimento dell’incarico ad una società di ingegneria di Roma che dovrà redigere uno studio di fattibilità per la riattivazione del traffico sulla linea ferroviaria chiusa ormai da quasi 35 anni ed in stato di completo abbandono. La società di ingegneria, affidataria del progetto, dovrebbe avere già iniziato i sopralluoghi e i rilievi. Quattro il numero di studi di fattibilità che negli ultimi 20 anni hanno interessato la Sicignano- Lagonegro.

Il primo risale al 1999 quando venne reso noto l’esito di uno studio tecnico economico realizzato dagli ingegneri delle Ferrovie dello Stato in base al quale emerse che sarebbero stati necessari 64 miliardi delle vecchie lire per la riapertura al traffico della Sicignano-Lagonegro ed il Cipe stanziò 5 miliardi di lire da utilizzare per la progettazione esecutiva della struttura, ma di questi soldi nessuno ha mai saputo che fine abbiano fatto. Qualche anno dopo, nel 2002, la Regione Campania, decise di commissionare un altro studio di fattibilità che, dopo una regolare gara, venne realizzato, con un costo di 180mila euro, da una società di ingegneria del Veneto e consegnato nel 2006 con una previsione di spesa per la riattivazione della ferrovia 8 volte superiore a quella del precedente studio: 400 milioni di euro. Arriviamo poi al 2019 con la Regione Campania che annuncia di aver stanziato 2 milioni di euro per fare un nuovo studio di fattibilità del quale però non si è saputo più nulla. E intanto i binari spariscono.

Erminio Cioffi