Sibilia scommette sulla nuova generazione

«Ha voglia di fare e di mettersi alla prova. Salerno? È una realtà in continuo fermento e capace di offrire opportunità»

FISCIANO. Essere un genio a volte non basta: a raccontarlo con semplicità è il salernitano Sydney Sibilia, regista esordiente ospite ieri della rassegna universitaria DaviMedia. “Smetto quando voglio”, pellicola frutto del giovane talento nostrano, racconta la storia di Pietro Zinni, trentasette anni, ricercatore capace ed intraprendente che, a causa dei tagli all’Università, viene licenziato.

Cosa può fare per sopravvivere un nerd che nella vita ha solo studiato? L'idea è drammaticamente scontata: mettere insieme una gang criminale. Recluta i migliori tra i suoi ex colleghi che, ormai, vivono tutti ai margini della società, facendo chi il benzinaio, chi il lavapiatti, chi il giocatore di poker. «L’idea nasce da un articolo di giornale - racconta ai ragazzi Sydney - un giorno mi capitò di leggere la storia di due netturbini laureati in filosofia che lavoravano per l’AMA, la società che pulisce le strade a Roma. L’immagine della capitale all’alba con due netturbini che parlano della Critica della Ragion Pura ci faceva ridere, anche se ne coglievamo il lato tragicomico».

Da lì a farne un film il percorso è durato più di un anno: «Abbiamo approfondito, cercando tutte le storie di ricercatori - continua il giovane - ce n’erano tantissime. Il paradosso è che abbiamo dovuto fare una vera cernita perché alcune vicende erano troppo surreali per poter essere inserite in una commedia. La vera assurdità a volte è nella realtà».

E aggiunge: «Non bisogna comunque mai pensare di fare la morale, di cercare di spiegare o d’insegnare: la nostra era voglia di far divertire la gente, poi la satira sociale c’interessava in maniera minore, tenendo comunque conto del fatto che la risata è la cosa più potente che c’è».

E se gli si chiede che rapporto ha con la città che gli ha dato i natali risponde: «Salerno è una realtà in continuo fermento, capace di offrire delle occasioni ai suoi cittadini, ovvio che se si parla di cinema allora la “piazza” di riferimento è Roma, ma questo non è una colpa, è semplicemente la realtà delle cose». Poi dal pubblico qualcuno domanda qual è la chiave del successo per un giovane regista: «Il cinema, l’arte, l’artigianato si fondono - risponde Sibilia – sono ottimista, credo che il periodo sia roseo per la rinascita della cultura italiana. C’è stata una generazione che si è un po’ seduta, ma ora ne sta arrivando un’altra che ha voglia di fare e di mettersi alla prova totalmente. Le idee innovative trovano sempre spazio». E conclude: «È importante che ci siano gli esordi. Abbiate l’onestà intellettuale di capire cosa volete fare e tentate».

Rita Esposito

©RIPRODUZIONE RISERVATA