FESTA PATRONALE

Siano, San Rocco senza tesoro. E processione

Fedeli mobilitati da giorni: è corsa alle donazioni per ricostruire il vestito d’oro rubato in banca. Il parroco: «Ancora scossi»

SIANO - Una festa dal sapore diverso ma non per questo meno sentita. Siano si appresta a festeggiare lunedì il suo Patrono, San Rocco: uno dei Santi più venerati d’Italia e che proprio nella cittadina della Valle dell’Orco gode di un culto particolarmente intenso. Quest’anno per il secondo anno consecutivo non ci sarà la grande processione che vedeva la partecipazione di migliaia di fedeli ma ciò che i sianesi ancora non hanno superato è stato il clamoroso furto dell’oro di San Rocco, 40 kg di oggetti preziosi che il Santo “indossava” proprio durante la tradizionale processione. Il tesoro del Santo era custodito in una grossa cassetta di sicurezza depositata da don Crescenzo Aliberti presso il caveau della Banca Campania Centro di via Baratta a Salerno.

Ogni anno, qualche giorno prima della festa del 16 agosto, era proprio il parroco accompagnato da alcune persone di fiducia a recarsi a Salerno a ritirare il “tesoro”. Nel primo pomeriggio del giorno dopo ferragosto la statua del Santo veniva portata giù dal trono, posta ai piedi dell’altare e rivestita del suo oro che altro non era che il legame antico tra i sianesi ed il loro santo, preghiere mute di quanti avevano affidato a San Rocco ansie, dolori, speranze e gratitudini. Tuttavia nonostante il furto sacrilego quest’anno l’antica statua di fattura altamente artistica e di ispirazione celestiale, conservata nel tempio sontuoso del 1756, restaurato all’indomani del terremoto del 1980, non resterà del tutto spoglia. In chiesa don Crescenzo conservava una fascia non ancora completa e pertanto non era stata depositata nel caveau. È usanza dei sianesi donare oro a San Rocco durante tutto l’anno, ogni qual volta un fedele ha bisogno di lui, infatti, si reca in chiesa e la richiesta di grazia, intercessione o altro si tramuta proprio nella donazione di un oggetto in oro, piccolo o grande che sia, al santo poco importa.

E così le tipiche fasce, strisce di velluto sulle quali mani amorevoli cuciono uno ad uno gli ex voto, sono sempre in lavorazione. In questi giorni in tantissimi si stanno recando in chiesa a donare nuovi oggetti d’oro a San Rocco, tanto che una fascia è già quasi completata. Già nel 1600, nella società sianese la festa di S. Rocco ha rappresentato un’occasione straordinaria, attesa tutto un anno, un appuntamento irrinunciabile nella vita non solo religiosa, ma anche civile e sociale della comunità. Nel 1997 la comunità di Siano ha avuto in dono una reliquia minuscola, ma preziosissima, del Santo, quasi a premiare la fede profonda del popolo per il suo Santo Patrono. «Paradossalmente quest’anno, anche senza la processione e senza l’oro, il popolo di Siano aspetta ancora con più ansia, più fede e più amore il suo santo. - afferma don Crescenzo Aliberti- Certo il furto è stato percepito, da noi sianesi, come un attentato ad un patrimonio comune dall'inestimabile valore affettivo, religioso e spirituale.

La considerevole quantità di oggetti d'oro, infatti, oltre a rivestire un consistente valore economico, rappresentava la Testimonianza Muta della fede di un popolo. Ogni oggetto ricordava un momento triste o lieto della vita di tanti cittadini anonimi del recente e remoto passato, i quali volevano con il loro gesto, testimoniare la riconoscenza e la fede nel loro Santo Patrono. Tuttavia come ho già detto non abbandoniamoci allo sconforto, ma sforziamoci di conformarci ai disegni di Dio, che, forse, permettendo questa prova, vuole scuotere, risvegliare e accrescere la nostra fede, purificandola da fanatismi e paganesimo, e la nostra devozione a San Rocco, che potrebbe dirci: voglio essere ricoperto di amore e di opere buone e non di oggetti d’oro».

Luisa Trezza
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