«Siamo pronti a ricorrere in appello»

Gli assessori: «Non siamo dei tecnici, ci fidiamo di quello che ci propongono i nostri dirigenti»

SALERNO. Non solo il sindaco Vincenzo De Luca, ad essere stati condannati dalla Corte dei Conti sono anche tutti gli assessori che, a quel tempo, firmarono la delibera di nomina per Felice Marotta. Anche loro, a giudizio della magistratura contabile, dovranno restituire al Comune di Salerno poco più di 55mila euro a testa. Naturale immaginare che la notizia non li abbia riempiti di gioia. Tuttavia alcuni di loro (Eva Avossa, Enzo Maraio, Roberto Breda) contattati telefonicamente hanno preferito non commentare quanto accaduto nell’attesa di parlare con i propri avvocati. Altri invece, non si sono sottratti a qualche battuta, come l’assessore alla Cultura Ermanno Guerra. «Penso che ricorreremo in appello e poi vedremo quello che accadrà», è stata la sua prima dichiarazione per poi aggiungere: «Evidentemente le controdeduzioni che ognuno di noi ha presentato non sono state ritenute sufficienti. Ci tengo a precisare però che noi, come assessori, votiamo delibere che recano la firma di legittimità di un segretario generale e di un funzionario. Non siamo cioè noi a redigere gli atti. D’altronde io sono laureato in Medicina». Nonostante questo l’animo è tranquillo. «Sono sereno – dice – anche se naturalmente non fa piacere ricevere una condanna del genere. Sentenze come questa fanno scappare dall’impegno civile, sono uno strumento di dissuasione. Questo è sicuramente un tema da affrontare». Meno tranquillo è, invece, il collega Mimmo De Maio, assessore all’Urbanistica, che comunque non ha intenzione di arrendersi. «Mi consulterò con il mio avvocato – ha spiegato – perché non si tratta di una materia di mia competenza e quindi devo capire le azioni successive da poter mettere in campo. Normalmente sono sereno su tutti i procedimenti che ho in materia urbanistica, anche penali, perché di quello so rispondere, cosa diversa è su procedimenti di questo tipo, per i quali mi attengo alla regolarità sottoscritta dai dirigenti». Più laconico il commento di Aniello Fiore, all’epoca dei fatti anche lui assessore, al ramo Annona. «Penso che sia una sentenza ingiusta e per questo proporrò appello. Nonostante tutto, mi sento tranquillo». L’unico non pervenuto l’assessore Franco Picarone, ieri irreperibile.(an.ca.)

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